Stellina

Il mio petto pericolante


Talvolta per i tuoi improvvisi abbandoni, dal mio petto pericolante cade una quota di assillo in caduta libera, una fitta di terremoto che altera le alte cinta murarie di un coraggio mai stato infallibile. Improvvisamente il tempo si accorge di me e manipola le intenzioni dei miei battiti con precisa diminuzione chirurgica in levare, a cadenzare questa continua prova, immensa architettura d’amore – spesso senza indulgenza – alla quale sottoponi la mia vita. Respingo con tutte le forze il tuo pensare un futuro identico che per forza immagini in labirintiche sezioni, private e numerosissime, di insondabili paure. Continuo a parlare alle tue ombre ogni giorno, a chiedere perché non ti alzi in volo con me, perché non assolvi il tuo e il mio passato per dare fede al nostro futuro. Quando prego per te e per noi cerco di immaginare quali sarebbero le tue preghiere. Poi mi chiedo se cerchi risposte o quel che vai cercando è una domanda.  Ma la paura che anche la tua voce s’allontani congela le mie domande e le mie risposte. E in questa eterna provvisorietà fai vivere il dono più bello che la vita ci ha dato: questo amore puro e senza tempo. Messo all’angolo dal destino, io sento come approdo e condanna una solitudine perfetta, e pure il suono sbigottito di un sacrificio inutile. Guardo il buio fino a polverizzare gli occhi, aspettando che la notte si dissolva e parlo alle cose che non hanno nome della tua assurda assenza.