Stellina

Anima di gomma


Sto scrivendo molto lo so! Si scrive di più quando si è infelici, quando lei improvvisamente scompare. Scrivo di più perché non c’è bisogno di molto coraggio per raccontare il proprio dolore. Forse è proprio vero che la felicità può essere improduttiva, ma certo non sarei voluto arrivare a quello stato in cui le persone felici mi mettono a disagio. Poi senti che tutti parlano dell’amore, anzi dell'Amore, senza sapere nemmeno di che si tratti, senza averlo mai provato veramente l'Amore. E ti senti così diverso, così inadeguato a provare un sentimento così forte e che non ti fa respirare, senti anche che non è possibile comunicarlo, ti senti così diverso a essere capace di amare così tanto da non essere più capace di amare. Dio mio! Pensavo di avere già pagato il mio tributo all’Amore, ma niente! Non è bastato. Adesso sembrerebbe approssimarsi quel tempo di restituire questa mia anima, resa perfetta dalla purezza di questo mio ultimo sentimento, a quel creatore che l’aveva creata esclusivamente per colei  che doveva rifiutarla. Mi sovviene una frase pronunciata dallo scrittore argentino Jorge Luis Borges, ormai totalmente cieco, commentando la sua elezione nel 1955 a direttore della Biblioteca nazionale di Buenos Aires: «È una sublime ironia venire dotato di 800.000 libri e, al tempo stesso, delle tenebre». Perché dotarmi di una tale capacità di amare, farmi conoscere quell'anima creata insieme alla mia perché ci incontrassimo, ma farmi scoprire che quell'anima è stata resa di gomma dalla vita, prigioniera di qualcosa che mi rifiuto di comprendere e che certamente Lei non mi farà mai comprendere.