Mitologie

Mitologia Celtica - Finn, eroe solitario e re senza terra (Capitolo 3)


Finn è un altro eroe dei celti, personificazione di Cernunno, dio della natura e degli animali, specie dei cervi. Madre di Finn è la bella Muìrme.La giovane è stata rapita contro la sua volontà dal padre, il potente druido Tagd, dal temibile guerriero Cumall, folle d'amore per lei.Nè è scaturita una guerra micidiale in vui l'esercito del re, per incitamento di Tagd, ha aggredito Cumall e i fianna, il clan dei suoi fidi guerrieri. Lo sfortunato Cumall ha perduto la vita.FINN, IL FIGLIO DELLE FORESTECumall e Muìrne hanno avuto comunque tempo di godere del loro amore. Muìrne dà alla luce un figlio, chiamato Demme, che significa "daino". Per paura di rappresaglie contro il bambino, Muìrne lo fa crescere da alcune druide, celate nel fitto di una foresta frondosa: le sacerdotesse lo iniziano alla pratica delle armi. Giunto all'età adulta, Demme eccelle ormai per forza e abilità nel combattimento.Le minacce di vendetta di Tagd gli gravano ancora sul capo. Egli si rifugia allora presso il fabbro Lochan, che costruirà armi per lui e gli affiderà persino la figlia...per un anno. Il matrimonio "a termine" è, presso i celti, un'usanza assai comune! Quand'è pronto, Demme muove alla ricerca del clan dei fianna, che obbediva un tempo a suo padre: ora, senza guida, è sbandato e vaga errabondo di selva in selvaò Per essere acccettato come capo, egli deve ancora dimostrarsi invincibile nella poesia: la pratica della parola, magica arma potente talora più della spada. Imparerà alla scuola del duido Finegas.L'INIZIAZIONE DI FINNIl vecchio Finegas vive in riva al fiume Boyne: in quelle acque cerca da molto anni di pescare il salmone della Conoscenza. Chi mangerà le carni del pesce, infatti, sarà di colpo imbevuto di onniscienza.Un giono, alla presenza di Demme, il sapiente cattura finalmente il preziosissimo pesce. Ordina all'allievo di cuocerlo, proibendogli però di mangiarne anche solo un pezzettino. Mentre il ragazzo arrostisce il pesce, una bolla si gonfia sotto la pelle dell'animale: la vescicola scoppia e alcune goccie del liquido uritcante bagnano il pollice di Demme.Il ragazzo, senza pensare, porta il dito il bocca. Finegas, che assistito alla scena, per altro assai banale, s'imbroncia:-Ora che l'hai assaggiato, devi dargli fondo- dice. -Era dunque destino che fossi tu, non io... D'ora in poi ti chiamerai Finn.Finn -che significa "biondo", "consacrato"- consuma dunque il favoloso salmone. S'imbeve così dei segreti del mondo: qualunque problema gli si ponga, non dovrà far altro che succhiarsi il pollice! Il tempo è maturo per lasciare un sapiente che non ha più nulla da insegnare, e riprendere il cammino.Finn giunge a Tara, dove offre i suoi servigi al re d'Irlanda. Ora, capito ogni anno che nei giorno della festa di Samain un orrido mostro spuntato dall'Altro Mondo, Aillen, giunga e dia il tormento agli abitanti di Tara, li addormenti al suono dell'arpa magica rubata al dio Dagda e appicchi infine fuoco lla città intera.Sarà l'ultima viglia di Samain guastata da Aillen: Finn libera la città dal mostro. Per ricompensa, il re gli offre il comando del clan dei guerrieri fianna. Proprio quel che cercava.FINN E I FIANNAI fianna sono gente strana: non appartengono ad alcun regno e offrono i loro servigi a che ne ha bisogno. Si trovano a loro agio nelle foreste, di cui si dice siano i geni.Proteggono l'Irlanda, con la forza delle armi congiunta a quello dello spirito.Per essere un fianna, non basta volerlo. Si è ammessi nel clan soltanto al termine di una serie di prove tremende.Il candidato, per esempio, deve calarsi in un fossato, farsi interrate fino al busto e, servendosi del solo scudo, difendersi salle lance scagliate da nove guerrieri: neppure un colpo può sfiorarlo.In più deve, deve correre nudo nella foresta, inseguito da tre uomini armati; e nepure un rametto può scompigliare i capelli raccolti da trecce...Durante la corsa poi, e senza perdere il passo, deve torgliersi una spina dal piede.FINN, GRAINNE' E DIARMAIDPer quanto sia un dio e un eroe, Finn è orgoglioso e geloso come i comuni mortali.Un tempo aveva sposato un cerbina, da cui aveva avuto un figlio, chiamato Oisin, Ossian o "cerbiatto".Morta la moglie, consapevole d'invecchiare, Finn decide di risposarsi. Sceglie quindi la bella Grainnè.Ma c'è un problema: la giovane lo detesta. Poco importa, la prenderà suo malgrado, forte del consendo del padre di lei, il re Cormac, lusingato di avere un genero così valoroso.Il giorno delle nozze, Grainnè scorge dalla finestra del castello un giovane dalla cui forgorante bellezza viene ammaliata a prima vista.-Attenta!- mette in guardia la fedele nutrice.-Quell'uomo seduce qualunque donna alzi gli occhi sul suo bel viso. E' figlio adottivo di Oengus, il dio degli innamorati.Troppo tardi! Il cuore di Grainnè batte già all'impazzata per Diarmaid. Malìa dell'amore: da allora le avrà un solo pensiero, di essere ricambiata.Tanta risolutezza darà infine i suoi risultati: una sera, durante un banchetto, Grainnè riesce ad addormentare con un filtro magico Finn insieme ai fianna. Ma non Diarmaid.-Amo solo te. Portami via - lo supplica - fuggiamo insieme!Diarmaid protesta. Non intende tradire Finn e i compagni.Ma l'impetuosa Grainnè minaccia: se non farà quel che gli chiede, pronuncierà un geis, vale a dire una sorta di obbligo o divieto cui non ci si può sottrarre senza incorrere in terribili sventure.Impossibile ormai rifiutare: Diarmaid e Grainnè fuggono insieme.Passano giorno e giorni nascosti in una grotta, dove Grainnè, con la sue insistenza, ottiene che l'amato la contraccambi.Tra i due divampe un'immensa passione, un torrente di tenerezza. Scopertosi tradito dall'amata con Diarmaid e toccato nell'onore, Finn smuove mari e monti per ritrovarli.I due innamorati si tengono nell'ombra per sette anni e vagano di grotta in grotta come belve brancate: escono appena la sera in cerca di cibo. I ricordi della vita trascorsa con i compagni, lasciata a causa dell'amore per Grainnè, rattristano a volte Diarmaid; lo consola il pensiero di non aver avuto scelta.DIARMAID E IL CINGHIALEUn giorno, infine, Finn scopre il nascondiglio. Siccome non intende essere accusato di omicidio, il capo dei fianna preferisce giocare d'astuzia simulando la riconciliazione. L'incontro è dei più commoventi, lieto com'è Diarmaid di ritrovare i compagni di tante avventure.Finn lo invita allora a una partita di caccia al cinghiale. In effetti, la regione da tempo è infestata da un bestia feroce le cui setole, ispide come licchetti, rilasciano veleno.Il gruppo dei  cacciatori fianna bracca il cinghiale finchè lo stana.E' il momento di Diarmaid che, entusiasta d'essere nuovo a caccia, scocca il colpo: la lancia colpisce e ferisce la belva. Baldanzoso il giovane si fa avanti e la finisce. Il fondo al cuore, Finn è amareggiato: aveva sperato nella vittoria dell'animale. Vince lo sconforto e invita Diarmaid a misurare qual pezzo di bestia.Quanti piedi sarà lungo? S'è visto mai cinghiale più imponente?Diarmaid orgoglioso fa il giro della carcassa, contando i passi. Ma le setole avvelenate gli graffiano il piede. E' ferito a morte.Tutti sanno che Finn ha il potere magico di guarire le fertie di chi beve acqua dalle sue mani. I  fianna supplicano il capo, e Finn scende al fiume vicino; di ritorno, guarda caso, inciampa e disperde  metà dell'acqua... Deve tornare un'altra volta al ruscello. Quando giunge infine al capezzale del ferito, Diarmaid è morto.Finn ha ottenuto vendetta. Ma Grainnè non sopravvive alla perdita del suo amato. Senza di lui al fianco, la vita non ha senso. La giovane muore di dolore.IL DIO "CORNUTO"Il protagonista di questo mito e rappresentazione del dio Cernunno: la vita di Finn e dei fianna, suoi compagni, è ritmata dal succedersi periodico delle stagioni. Una parte dell'anno essi vivono in mezzo alla natura, l'altra al villaggio.Il figlio di Finn di chiama Cerbitatto. Anche le prove imposte ai fianna richiamano il cerco, emblema del dio: le trecce dei guerrieri sono come le corna che ornano il capo dei cervidi, la corsa nella foresta suggerisce l'idea dell'animale braccato da una muta.L'antichissimo tema del re divino cui la donna mette "le corna", donde l'espressione popolare "cornuto", si trova in numerose leggende nelle tradizione dei celti.Esso ha significato simbolico: il regno e i poteri soprannaturali del re divino possono conservarsi soltanto al prezzo della solitudine, della sofferenza e di una lotta incessante fra materia e forze spirituali.Fine Capitolo Tre