Eighties

Il Desiderio II° Parte


 IL CAPRO E L'AGNELLOÈ vero, gli intellettuali hanno sempre riconosciuto l'esistenza di undesiderio imitato, ma la maggior parte di loro, specialmente quando pensa alproprio desiderio, vorrebbe credere che al di là della mimesi esiste pursempre un desiderio autentico, veramente nostro. A mio avviso quel desiderionon esiste. È proprio questa dimensione sociale, inter-individuale, deldesiderio che crea conflitti -- conflitti suscettibili di estendersi a tuttaquanta la comunità, conflitti che hanno la tendenza a diventare contagiosi.Più gente c'è che desidera lo stesso oggetto, più ce ne sarà: è unamoltitudine che si moltiplica all'infinito, come avviene nelle borsefinanziarie, straordinario microcosmo del puro desiderio. Perciò le societàumane sono minacciate da una violenza radicalmente diversa da quellatipicamente animale.Perchè Girard parla di "conflitti" come conseguenza di questa modalità di esprimersi del desiderio che, riassumiamo, ci porta "fuori di noi" nell'"imitazione" di "modelli" che riteniamo..."portatori sani di essere" ?Ma perché, nel preciso momento che ci indicano COSA desiderare, sorge IMMEDIATAMENTE la COMPETIZIONE con il modello stesso per appropriarsi dell'oggetto, da questo momento, comunemente desiderato, ma, contemporaneamente UNICO.Ecco, quindi, l'inevitabile "conflitto" per l'attribuzione dell'ambita "preda""Prima io!"..."No, l'ho vista prima io !..."No, ma io non ne posso fare a meno"...."Neanch'io!"..."La voglio !"..."La voglio anch'io!"E duelli, botte, lotte, conflitti, guerre...ecco cosa intende Girard quando parla di "CONTAGIO"E qui inizia la lunga storia della VIOLENZA, autentica condanna di quel Peccato Originale, sua manifestazione concreta, che è così INSCINDIBILMENTE COLLEGATA con il Desiderio e della quale dovremo parlare ora per giungere a spiegare il primo, il "desiderio" evitando il secondo, la"violenza", depurandolo, in altri termini, dalla sua "ombra".Una minuscola premessa introduttiva:Violenza e Autorealizzazione.Ombra e Luce di ogni uomo.L'uomo, come fosse veramente stato cacciato da un luogo perfetto, nasce immerso nella violenza e tutta la vita cerca disperatamente di tornare alla pace.Violenta è la natura in cui "è-stato-gettato"Per difendersi da questo l'uomo si associa, si mette insieme agli altri uomini per difendersene, costruire piccole tribù dove "l'unione fa la forza".Ma ecco che quella violenza lasciata fuori dall'uscio, torna dentro dalla finestra.L'uomo desidera, ma desiderando attraverso SEMPRE un mediatore, si reinnesca la violenza del conflitto.Questo fin dagli albori della civiltà, di TUTTE le civiltà, con buona pace del "multiculturalismo", che se la violenza è trasversale a tutti gli uomini non si capisce che senso abbia, nella ricerca della "pace", prediligerel'osservazione verticale delle culture e delle loro particolarità, ma tant'è,e questa è poi la lacuna antropologica alla base del "Relativismo"Un gigante dai piedi d'argilla.Ma non divaghiamo. Torniamo alla violenza primigeniaEravamo al punto che la violenza, non doma, ora assilla la comunità umana dal interno. Violenza fuori, nella natura, violenza dentro, nella comunità.La vendetta genera vendetta e non è una soluzione, anzi, è IL problema.Bisogna appagare la sete di vendetta che periodicamente si genera nella comunità senza innescare una spirale distruttiva di vendette  e controvendette infinite.Nasce il CAPRO ESPIATORIOPrendiamo dalla pagina che Wikipedia dedica a René Girard un estratto sintetico di questo FONDAMENTALE punto:Se due individui, imitandosi, desiderano la stessa cosa, può benissimo aggiungersi un terzo, un quarto. e il conflitto dei primi si allarga. La violenza è essa stessa imitativa e si può quindi assistere ad un processo a catena. L'oggetto della contesa passa in secondo piano e il conflitto mimetico si trasforma in antagonismo generalizzato. Ma quando la violenza non può scaricarsi sul nemico che l'ha eccitata, si sfoga, come ognuno di noi ben sa, su un bersaglio sostitutivo. In particolare, la violenza, che fino ad ora ha continuato a consumarsi in micro-conflitti, può anche focalizzarsi su una sola vittima arbitraria. Allora la folla si raccoglie unanime attorno alla vittima e la distrugge. L'eliminazione (espulsione o uccisione) della vittima fa sfogare la frenesia violenta da cui ciascuno era posseduto fino a poco prima e ciò ha sul gruppo un impatto emotivo incalcolabile. La vittima appare ora contemporaneamente come l'origine della crisi e come la responsabile del miracolo della pace ritrovata. Essa diviene sacra ai loro occhi, proprio perché prodigiosamente capace di scatenare la crisi come di ripristinare la pace, ha cioè potere di vita e di morte sul gruppo: è il dio. Questa è secondo Girard la genesi del religiosoGirard mostra che l'origine della cultura non è economica (Marx), né sessuale (Freud), ma religiosa, come aveva intuito Émile Durkheim.IL MALE SI EVOLVE  Ma la partita tra Violenza e Amore, Male e Bene, Diavolo e Dio non è certo  terminata qui, anzi, si evolve, cambia sempre aspetto, si raffina sempre   più invisibilmente:  Cristo rivela la VIOLENZA umana e come combatterla dentro di noi.  Oggi, però, proprio perché più SCOPERTA quest'ultima deve essere più  sofisticata nel mascherarsi.  In altri termini assistiamo a un RAFFINAMENTO del MALE.  L'Italia è quel meraviglioso paese che ha abolito per prima la pena di   morte ed ora lotta per liberare da ciò il resto del mondo.  Ma la Violenza è creativa, geniale.  Smascherarla è difficile  I COLPEVOLI, ad esempio, li tratta benissimo.  Ma la Violenza gioca con gli uomini, li inganna.  Se una persona è veramente INNOCENTE deve aver paura.  Essa, oggi,  è GENEROSA coi COLPEVOLI  e  SPIETATA con gli INNOCENTI  La Violenza, se non riesce ad orientarsi verso i colpevoli si orienta   verso gli innocenti.  E' molto logica.  Usa il linguaggio, mica è stupida !  Dice: "Io interpreto mia figlia"  Non dice "IO VOGLIO COSI'"  Quello che appare e che viene detto  non sono la stessa cosa.  Questo breve articolo, sempre tratto dal mio Blog, si riferisce ovviamente  al recente caso di Eluana Englaro e fa riferimento a quanto affermato da  quel  padre, ma è emblematico di questa evoluzione della violenza verso i  più deboli in assoluto, e i più indifesi, bambini e vecchi  "C'è una mentalità che, esasperando e perfino deformando il concetto di  soggettività, riconosce come titolare di diritti solo chi si presenta con  PIENA O ALMENO INCIPIENTE AUTONOMIA ed ESCE DA CONDIZIONI  DI TOTALE DIPENDENZA DAGL'ALTRI.  Si deve pure accennare a quella logica che tende ad identificare la   dignità personale con la capacità di comunicazione verbale ed esplicita e, in ogni  caso, sperimentabile.  E' chiaro che, CON TALI PRESUPPOSTI, non c'è spazio  nel mondo per chi, come il NASCITURO o il MORENTE, è un soggetto  STRUTTURALMENTE DEBOLE, sembra totalmente assoggettato alla mercé  di altre persone e da loro radicalmente DIPENDENTE e sa comunicare solo  mediante il muto linguaggio di una profonda simbiosi di AFFETTI.  E' quindi la  F-O-R-Z-A  a farsi criterio di scelte e di azioni nei rapporti interpersonali e nella  convivenza sociale.  Ma questo è l'esatto contrario di quanto ha voluto storicamente lo stato   di diritto, come comunità nella quale alle ragioni della forza si sostituisce  la forza della ragione."  Giovanni Paolo II  Lettera Enciclica  "Evangelium Vitae"