"Il desiderio dell'unità nasce e matura dal rinnovamento della mente" Certo, questo desiderio non è semplicemente a dimensione "umana"; non alberga soltanto in animi nobili e lungimiranti, non è soggetto alla variabilità dei sentimenti, o alla "voglia" dettata da un'interesse creato artificialmente dalle esigenze di moda. Certo, esso ha la sua radice nell'agire di Dio nell'uomo; è espressione e voce di quello Spirito, che può liberamente comunicare il proprio fuoco nell'animo dell'uomo che si converte. Certo, esso nasce, si sviluppa e matura nell'uomo attraverso questo RINNOVARSI DELLA MENTE. Ma che cosa significa ciò ? IL DESIDERIO Facciamo un passo indietro. Siamo così sicuri di sapere cos'è una mente umana ? A giudicare da ciò che potremmo sentirci rispondere dai più parrebbe di sì Va per la maggiore che sia una specie di strumento atto al "Problem Solving", la capacità, cioè, di risolvere i problemi. Certo, a giudicare da come vanno le cose nel mondo non parrebbe proprio. Infatti, di fronte ai problemi maggiori, quella mente parrebbe incepparsi e ripiegare sui propri piccoli problemi quotidiani "Una vogliuzza oggi, una domani,...basta la salute !" Diceva un tempo il buon Nietzsche che, addirittura, alcuni annoverano come secondo solo a San Paolo come Teologo, lungi dall'opinione della vulgata che lo vede invece come colui che ha parlato e scritto solo dell'"Anticristo" Ma di questo riparleremo in seguito. "Una vogliuzza oggi, una domani...." si diceva. Non è propriamente un pensare grandioso, ma alla fine questa grande macchina della mente umana si arena ai primi scogli e ripiega su di un quieto vivere che assomiglia più ad un allenamento alla futura morte che ad una vita eterna che, stante questi parametri, sarebbe un inferno mortalmente noioso. E chi non crede che nell'accontentarsi stia veramente "chi gode" ? "Il desiderio...nasce e matura dal rinnovamento della mente" Ma poi, anche questo "desiderio", che cos'è ? Facile rispondono i più: "Mangiare, bere, dormire, qualche bella donna e tanti soldi per nutrire il cerchio all'infinito." Sbagliato ! Quello non è il "desiderio". Quelli sono i BISOGNI Son due cose diverse. I bisogni, una volta che li hai appagati, sei sazio, il desiderio no ! Quello, appena lo appaghi è dispettoso, subito salta su qualcos'altro, poi qualcos'altro, poi ancora su qualcos'altro, all'infinito, senza essere mai pago. Del resto l'etimologia stessa ti mette sull'avviso: De-siderio,...siderale...i desideri son come le stelle; non finiscono mai. Ma non solo Come insegnava il buon Oscar Wilde, altro misconosciuto gran convertito al cattolicesimo ed indegnamente ricordato solo come icona gay, Oscar Wilde ci ricordava saggiamente che: "Due cose possono deludere un uomo La prima, avere un desiderio, e non riuscire ad appagarlo. La seconda: Avere un desiderio e riuscire ad appagarlo" Arguto, no !? Ma allora, che accidenti è questo dispettoso desiderio ? A SAPERLO !!?! Si dice, ad esempio, che Dio sia una costruzione della mente umana che lo desidera eccetera eccetera...quasi che il "desiderio" fosse qualcosa di ben conosciuto, definito e appurato quando è esattamente il contrario, cioè è la cosa più misteriosa della psiche. Freud ne coglie la genesi nell'"Edipo", cioè in quel oramai seppur ingiustamente famoso desiderio per la propria madre, smentito poi dalla Melanie Klein che lo cogli fin dal "Pre-edipico", cioè quando il bambino è ancora nella fase gestativa nel corpo della madre; anche se il più geniale è forse Lacan che proprio non ne coglie nessuna genesi e lo lascia nel mistero come "Significante" e basta Questo per citare i professionisti delle profondità umane. Ma anche i filosofi non è che se la cavino molto meglio. Platone ne parla come della forza misteriosa che genera l'anelito all'amore come ricongiungimento delle due metà dell'anima anelanti a ridiventare una cosa sola ; immagine che riduce l'eros ad una specie di "incesto" in un passato mitico e ancestrale. Ma niente di più che fantasie, quelle sì costruzione della sola mente umana Bene, siamo però ancora al punto di partenza ! Ma prestiamo attenzione un attimo a questo stralcio di un'intervista ad un antropologo : È vero, gli intellettuali hanno sempre riconosciuto l'esistenza di un desiderio imitato, ma la maggior parte di loro, specialmente quando pensa al proprio desiderio, vorrebbe credere che al di là della mimesi esiste pur sempre un desiderio autentico, veramente nostro. A mio avviso quel desiderio non esiste. È proprio questa dimensione sociale, inter-individuale, del desiderio che crea conflitti -- conflitti suscettibili di estendersi a tutta quanta la comunità, conflitti che hanno la tendenza a diventare contagiosi. Più gente c'è che desidera lo stesso oggetto, più ce ne sarà: è una moltitudine che si moltiplica all'infinito, come avviene nelle borse finanziarie, straordinario microcosmo del puro desiderio. Perciò le società umane sono minacciate da una violenza radicalmente diversa da quella tipicamente animale. Allora, cominciamo con il fare una prima precisazione: Il Desiderio, a differenza del bisogno che abbiamo appena visto, di certo sappiamo solo che è una forza che ci porta, ci costringe sempre ad andar FUORI DI NOI per appagarlo Su questo non ci son dubbi. Basta che vi riflettiamo un attimo, guardando noi stessi, e c'accorgeremo che è così. A volte son le risposte più elementari le più difficili da scoprire. Ecco quindi spiegato il primo assunto implicito in quel brano di René Girard ""...è proprio questa dimensione sociale, inter-individuale del desiderio...ecc" Il secondo aspetto fondamentale di quel brano è "...la maggior parte di loro, specialmente quando pensa al proprio desiderio, vorrebbe credere che al di là della mimesi esiste pur sempre un desiderio autentico, veramente nostro. A mio avviso quel desiderio non esiste." Qui, Girard, si riferisce casualmente agli intellettuali, ma il discorso è lo stesso in tutti gli uomini: Iniziamo a spiegarlo: Innazitutto "mimesi" Cosa significa? IMITAZIONE Quindi cosa afferma l'autore ? Che non esiste un desiderio "autentico", nel senso che sia veramente e SOLO nostro, ma in realtà è sempre MEDIATO Da chi ? Da un MODELLO che, coscienti o meno che ne siamo, IMITIAMO Va dato atto a Freud di essere andato molto vicino a comprendere questo, ma poi, mentre in un primo momento aveva colto esattamente come stavano le cose, e che cioè il figlio IMITASSE (solo) il padre, poi, nel voler dare un connotato scientifico-biologico alla sua teoria conia quel concetto di LIBIDO che lo porterà completamente fuori strada privilegiando l'"oggetto mediato", la madre, rispetto al ben più fondamentale oggetto mediatore, il padre. Ma torniamo a noi Possiamo cominciare a riassumere i primi concetti fondamentali per comprendere il "desiderio" attraverso lo studioso che, non per nulla, è stato annoverato, ancora vivente, tra i "40 Immortali" del'"Académie Francaise", riconoscimento al cui confronto anche il Premio Nobel diventa una quisquiglia Il Desiderio è lo "strumento" che ci "PORTA FUORI" di noi stessi e attraverso il quale, per IMITAZIONE, desideriamo qualunque cosa che ci indichi il MODELLO Restando nell'esempio di Freud, il padre, che se quello c'avesse pur indicato un cammello e non la madre, per noi sarebbe rimasta la stessa cosa. Anche se sarebbe stato molto più difficile trovare un mito greco all'uopo, sicuramente !! Comunque, a parte gli scherzi, ma neanche poi tanto, si potrebbe già aprire una piccola parentesi che richiuderemo subito, ma che per ora prenderemo solo come una curiosità Non siamo solo noi cristiani che imitiamo qualcuno, Cristo, nella fattispecie, ma TUTTI imitiamo sempre e comunque qualcuno, anche se non ce ne accorgiamo. E già qui, permettetemi di complimentarmi con me stesso che se penso a tutti coloro che imitano calciatori e veline, top manager e simili, rischio di montarmi la testa. Ma lasciamo perdere Quindi, dicevamo, ripetendo, il desiderio ci porta fuori di noi ed imitando, desideriamo. Ma perché IMITIAMO , innanzitutto ? Semplice, perché pensiamo, a cominciare da nostro padre, che colui che imitiamo sia un PORTATORE DI ESSERE superiore al nostro. Cioè, in altre parole, AMMIRIAMO sempre qualcuno che riteniamo più COMPLETO di noi, più REALIZZATO e quindi, più felice. Chi non ricorda quando, adolescente, nell'ansia di crescere, guardavamo ammirati i ragazzi più grandi e non desideravamo altro di essere anche noi come loro La mia è stata la generazione dei Beatles. Chi di noi non avrebbe voluto essere Paul Mc Cartney o Ringo Star. Tutti, almeno per un attimo, suppongo E quelli prima di noi Elvis Presley E quelli dopo chissà chi altro. Tutta l'idolatria giovanile di qualunque epoca per i divi del rock o del cinema è dovuta a questa spinta interiore che chiamiamo desiderio. I mediatori son sempre gli altri, i coetanei o quelli un po' più grandi. Mai quelli più piccoli, statene certi. Proprio perché, per dirla scherzosamente, in quei "PORTATORI SANI DI ESSERE" confluiva il desiderio di intere generazioni. DECADENZA ESSERE, ESSERE QUALCUNO, DIVENTARE QUALCUNO, è anche poi, purtroppo, su questa spinta in sè pregevolissima, che si innesta la PUBBLICITA tanto brava ad illudere che attraverso l'acquisizione di questo o quell'altro oggetto, questa ansia possa venir appagata. Auto, gioielli, tutte le cose, anche le più inutili, son sempre accompagnati nella pubblicità, da esagerazioni fantasmagoriche, musiche squillanti, modelli e modelle, letteralmente nella loro doppia valenza, atte ad illuderti che se possiederai quell'oggetto sarai come quell'uomo o quella donna tanto chic e che quindi nessuno potrà resistere al tuo trabordante ESSERE. Falso. Ma tutti ci cascano, caschiamo o ci siamo cascati. La stragrande maggioranza c'è ancora dentro fino al collo. Questo spiega meglio di altro perché le Chiese alla domenica pomeriggio son deserte e gli Outlet e Supermercati stracolmi di gente disperatamente gaia perché vittima di un ingranaggio che gli ha disorientato il cervello come a quelle balene che di tanto in tanto si spiaggiano nei posti più strani.. Chissà, forse anche le balene saranno felici quando si arenano. Infatti hanno lo stesso comportamento degli uomini che provi di allontanare da un Discount. Ci tornano immediatamente !! Alcuni mesi fà scrivevo queste righe nel mio Blog , che qui riporto al fine di chiarire ulteriormente questoaspetto DETERIORE del "Desiderio di essere":Una società che ha rifiutato l'ontologico illudendosi di poterne fare a menoe che basti l'"avere" ontico senza neppure lontanamente essere in grado diporre rimedio a questa istanza inconscia dell'uomo, può solo, con le sueridicole leggi, porre sempre più divieti o ancor più demenzialmentetoglierli tutti con lo stesso identico risultato:Stare a guardare l'ingrossarsi delle fila di chi compensa con la drogaquesta irrefrenabile spinta del "desiderio" a quel'"Essere" che nella suaespressione inferiore è l'irrazionale droga ma che può essere superata solonel SOVRArazionale e non certo nella piattezza della ragione nichilista e"calcolante" che, a quelli, del calcolo, oramai, non glene strafrega nienteed è per questo che i ridicoli esperti che "calcolano" i danni son patetici.Dimostrerebbero d'essere più intelligenti se si dedicassero a convinceregli arabi della bontà del prosciutto di Parma nei tortellini !!Ma chi è competente di "sovrarazionale" ?Quegli sciocchi che riducono l'uomo al suo linguaggio ?Scordatevelo !Quelli ancor fermi alle banalità dello sciocco romantico Freud ?Meno che mai, e neppure ci provano, almenoPsicofarmaci che stanno all'Extasy come i cioccolatini Ferrero ai Lindt ?Sarà faaaaaaacileeeeee !!Chi allora ?NESSUNOSolo quando i MODELLI, le figure AMMIREVOLI non saranno più calciatore,veline, velisti e velocisti ma UOMINI VERI, allora ne riparleremo, ma orasiam lontani anni luce e solo se troveranno MODELLI che destino la loroAMMIRAZIONE potranno trovare nel IMITARLI la forza per andare oltre.A volte si trovanoMUCCIOLI era uno di questi.Ma è stato stroncato da un fantozzi/fautore della legge che di "super-io"capiranno, ma non d'altro.Ma il problema resterebbe perché, una volta allontanati da tali modelli etornando in questa società, se nel frattempo non saranno diventati "modellia se stessi" e per gli altri, ripiomberanno nel vortice, ma non per caso oper sfortuna, ma solo perché quel mondo piatto li avrà fagocitati nuovamentestritolandoli, asfissiandoli con la sua sistematica, razionale, logica,lucida pazzia....ed anche quest'altro:Lungi dall'essere il vero desiderio,libidinosamente e originariamente materno,e la sublimazione la frustrante e frustrata sua elevazione,è vero il contrario,che il desiderio è quel desiderio di"ESSERE" ,primariamente ammirato nel paterno,e la sua realizzazione materiale, in verità,ne è solo l'"abbassamento".Ecco perché il desiderio è sempre appagato solo temporaneamente,e non perché ogni sostituto del maternoè pur sempre e solo una sua "brutta copia",ma perché il desiderio è qualcosadi infinitamente più grandedi ogni oggetto materiale..Ma come siamo arrivati a questo ?Perché siamo arrivati così in basso ?Da dove si origina questa DECADENZA ?Ecco quello che dicevo quest'inverno, sempre nel mio Blog, all'inizio di quella crisi economica in cui siamo tutt'ora immersiC'è una crisi economica in atto che, nella peggiore delle ipotesi sirisolverà nel giro di qualche anno.Ma tutto questo è irrisorio stante l'ALTRA crisi, ben più profonda eradicale che serviranno generazioni per venirne a capo, ed è quella che, benoccultata dal benessere economico, traspare nella DECADENZA del tutto,Uomo in primis.Pare strano che persone, seppur non stupide, riescano solo a partorire"abortini" di realtà quale che l'attuale degrado sociale sia causato dallatelevisione, quella di Berlusconi, ovviamente, stante il mistero della suageneralizzazione all'intero pianeta che, parrebbe quindi, la forza dirincretinimento dell'ideologia batterle tutte.Una sofisticata analisi della genesi di detta "decadenza" la si può trovarein un libro di Nikolaj Berdjaev, "Nuovo Medioevo", ("Medioevo" inteso nella sua eccezione positiva, non in quella banale di derivazione Illuminista)definito "Impressionante" dal critico dell'Espresso, poiché... "Queste riflessioni pubblicateper la prima volta nel 1923 sembrano scritte ieri, dense come sono di quell'impasto dirifulgente ossessione per la modernità e senso della fine che fa il nostropane quotidiano""L'avvenire è cupo. Non possiamo più credere alle teorie del progresso chehanno sedotto il XIX secolo, in virtù delle quali il futuro prossimodovrebbe sempre essere migliore, più bello, più gradevole del passato che sene va[...]La modernità che sta giungendo alla propria fine, venne concepita all'epocadel Rinascimento.Noi oggi stiamo assistendo alla fine del Rinascimento.[...]L'umanesimo non ha rafforzato l'uomo, lo ha debilitato. Questa è laparadossale conclusione della storia moderna. Attraverso la propriaautoaffermazione, l'uomo si è perduto invece di trovarsi. L'uomo moderno èentrato nella modernità pieno di fiducia in se stesso e nella propria forzacreativa: tutto, all'alba di questa epoca, gli sembrava dipendere dallapropria arte, alla quale non vedeva né limiti né frontiere. Ora ne esce,per entrare in un'epoca inesplorata, prostrato nelle sue energie e con lafede a pezzi - la fede che nutriva nelle proprie forze e nella potenza dellapropria arte -, minacciato dal pericolo di perdere per sempre il nucleodella propria personalità."Proseguendo poi per sommi capi, dal Rinascimento in cui l'Uomo era ancorapieno di quello spirito che gli proveniva dal Medioevo, arriviamo via viasempre più "in riserva" all'epoca della Riforma e di quell'Illuminismo che èstato più volte argomento di altri miei post e che qui si amalgama allaperfezione con quanto esprime questo autore:"La rivolta e la protesta, inerenti alla Riforma, hanno generatoquell'evoluzione della storia moderna che si è conclusa con i "lumi" delXVIII secolo, con il razionalismo, con la rivoluzione, fino ai suoi effettiestremi: il positivismo, il socialismo e l'anarchismo.I "lumi" non sono che un pallido riflesso del Rinascimento, un'ultima formadell'autoaffermazione umanista. Ma non vi è più, in essi, lo spiritocreativo: il Rinascimento si è inaridito.[...]I "lumi" sono il castigo temporale del Rinascimento, il prezzo da pagare peri peccati dell'orgoglio umanista, di questa autoaffermazione che ha traditole forme divine dell'uomo[...]Il Rinascimento ha esaurito le proprie forze creative, dando origine a unVIOLENTO movimento storico nel quale non vi sarà più posto per una creazionepossente. La rivoluzione francese, il positivismo e il socialismo del XIXsecolo sono le conseguenze dell'umanesimo rinascimentale e, al tempo stesso,i sintomi dell'inaridimento del suo potere creativo[...]Due uomini, che dominano il pensiero dei tempi nuovi, Friederich Nietzsche eKarl Marx, hanno rappresentato con geniale intensità, queste due formedella autonegazione e dell'autodistruzione dell'umanesimo. In Nietzschel'umanesimo rinuncia a se stesso e si distrugge nella sua formaINDIVIDUALISTA; in Marx nella sua forma COLLETTIVISTA. L'individualismoASTRATTO e il collettivismo ASTRATTO sono prodotti da una medesima causa, laseparazione dell'uomo dalle basi divine dell'esistenza, la sua scissione dalCONCRETO[...]La morale di Nietzsche non ammette il valore della personalità umana; essarompe con l'umano, PREDICA LA DUREZZA NEI CONFRONTI DELL'UOMO, ,in nome dei suoi fini sovraumani, in nome di ciò che è futuro e lontano, in nome delsublime.L'individualismo superomistico sostituisce in Nietzsche il Dio perduto.[...]La morale di Marx non ammette il valore della personalità umana; anche luirompe con l'umano e PREDICA LA DUREZZA NEI CONFRONTI DELL'UOMO, in nome delcollettivismo, in nome dello stato futuro, dello stato socialistaLa collettività sostituisce in Marx il Dio perduto.Queste poche note giusto per rendervi partecipi dell'attualità dellerisposte di questo libro alla crisi umana della nostra epoca che, come sidiceva, è ben più profonda e di difficilissima soluzione di quella economicache la occulta sovrastandola stante il materialismo ottuso dei molti.Ma ora , dopo questa digressione storica, facciamo un passo indietro tornando al brano di René Girard, dal quale eravamo partitianche per spiegare meglio, contemporaneamente, queste due affermazioni su Marx e Nietzsche
Il Desiderio
"Il desiderio dell'unità nasce e matura dal rinnovamento della mente" Certo, questo desiderio non è semplicemente a dimensione "umana"; non alberga soltanto in animi nobili e lungimiranti, non è soggetto alla variabilità dei sentimenti, o alla "voglia" dettata da un'interesse creato artificialmente dalle esigenze di moda. Certo, esso ha la sua radice nell'agire di Dio nell'uomo; è espressione e voce di quello Spirito, che può liberamente comunicare il proprio fuoco nell'animo dell'uomo che si converte. Certo, esso nasce, si sviluppa e matura nell'uomo attraverso questo RINNOVARSI DELLA MENTE. Ma che cosa significa ciò ? IL DESIDERIO Facciamo un passo indietro. Siamo così sicuri di sapere cos'è una mente umana ? A giudicare da ciò che potremmo sentirci rispondere dai più parrebbe di sì Va per la maggiore che sia una specie di strumento atto al "Problem Solving", la capacità, cioè, di risolvere i problemi. Certo, a giudicare da come vanno le cose nel mondo non parrebbe proprio. Infatti, di fronte ai problemi maggiori, quella mente parrebbe incepparsi e ripiegare sui propri piccoli problemi quotidiani "Una vogliuzza oggi, una domani,...basta la salute !" Diceva un tempo il buon Nietzsche che, addirittura, alcuni annoverano come secondo solo a San Paolo come Teologo, lungi dall'opinione della vulgata che lo vede invece come colui che ha parlato e scritto solo dell'"Anticristo" Ma di questo riparleremo in seguito. "Una vogliuzza oggi, una domani...." si diceva. Non è propriamente un pensare grandioso, ma alla fine questa grande macchina della mente umana si arena ai primi scogli e ripiega su di un quieto vivere che assomiglia più ad un allenamento alla futura morte che ad una vita eterna che, stante questi parametri, sarebbe un inferno mortalmente noioso. E chi non crede che nell'accontentarsi stia veramente "chi gode" ? "Il desiderio...nasce e matura dal rinnovamento della mente" Ma poi, anche questo "desiderio", che cos'è ? Facile rispondono i più: "Mangiare, bere, dormire, qualche bella donna e tanti soldi per nutrire il cerchio all'infinito." Sbagliato ! Quello non è il "desiderio". Quelli sono i BISOGNI Son due cose diverse. I bisogni, una volta che li hai appagati, sei sazio, il desiderio no ! Quello, appena lo appaghi è dispettoso, subito salta su qualcos'altro, poi qualcos'altro, poi ancora su qualcos'altro, all'infinito, senza essere mai pago. Del resto l'etimologia stessa ti mette sull'avviso: De-siderio,...siderale...i desideri son come le stelle; non finiscono mai. Ma non solo Come insegnava il buon Oscar Wilde, altro misconosciuto gran convertito al cattolicesimo ed indegnamente ricordato solo come icona gay, Oscar Wilde ci ricordava saggiamente che: "Due cose possono deludere un uomo La prima, avere un desiderio, e non riuscire ad appagarlo. La seconda: Avere un desiderio e riuscire ad appagarlo" Arguto, no !? Ma allora, che accidenti è questo dispettoso desiderio ? A SAPERLO !!?! Si dice, ad esempio, che Dio sia una costruzione della mente umana che lo desidera eccetera eccetera...quasi che il "desiderio" fosse qualcosa di ben conosciuto, definito e appurato quando è esattamente il contrario, cioè è la cosa più misteriosa della psiche. Freud ne coglie la genesi nell'"Edipo", cioè in quel oramai seppur ingiustamente famoso desiderio per la propria madre, smentito poi dalla Melanie Klein che lo cogli fin dal "Pre-edipico", cioè quando il bambino è ancora nella fase gestativa nel corpo della madre; anche se il più geniale è forse Lacan che proprio non ne coglie nessuna genesi e lo lascia nel mistero come "Significante" e basta Questo per citare i professionisti delle profondità umane. Ma anche i filosofi non è che se la cavino molto meglio. Platone ne parla come della forza misteriosa che genera l'anelito all'amore come ricongiungimento delle due metà dell'anima anelanti a ridiventare una cosa sola ; immagine che riduce l'eros ad una specie di "incesto" in un passato mitico e ancestrale. Ma niente di più che fantasie, quelle sì costruzione della sola mente umana Bene, siamo però ancora al punto di partenza ! Ma prestiamo attenzione un attimo a questo stralcio di un'intervista ad un antropologo : È vero, gli intellettuali hanno sempre riconosciuto l'esistenza di un desiderio imitato, ma la maggior parte di loro, specialmente quando pensa al proprio desiderio, vorrebbe credere che al di là della mimesi esiste pur sempre un desiderio autentico, veramente nostro. A mio avviso quel desiderio non esiste. È proprio questa dimensione sociale, inter-individuale, del desiderio che crea conflitti -- conflitti suscettibili di estendersi a tutta quanta la comunità, conflitti che hanno la tendenza a diventare contagiosi. Più gente c'è che desidera lo stesso oggetto, più ce ne sarà: è una moltitudine che si moltiplica all'infinito, come avviene nelle borse finanziarie, straordinario microcosmo del puro desiderio. Perciò le società umane sono minacciate da una violenza radicalmente diversa da quella tipicamente animale. Allora, cominciamo con il fare una prima precisazione: Il Desiderio, a differenza del bisogno che abbiamo appena visto, di certo sappiamo solo che è una forza che ci porta, ci costringe sempre ad andar FUORI DI NOI per appagarlo Su questo non ci son dubbi. Basta che vi riflettiamo un attimo, guardando noi stessi, e c'accorgeremo che è così. A volte son le risposte più elementari le più difficili da scoprire. Ecco quindi spiegato il primo assunto implicito in quel brano di René Girard ""...è proprio questa dimensione sociale, inter-individuale del desiderio...ecc" Il secondo aspetto fondamentale di quel brano è "...la maggior parte di loro, specialmente quando pensa al proprio desiderio, vorrebbe credere che al di là della mimesi esiste pur sempre un desiderio autentico, veramente nostro. A mio avviso quel desiderio non esiste." Qui, Girard, si riferisce casualmente agli intellettuali, ma il discorso è lo stesso in tutti gli uomini: Iniziamo a spiegarlo: Innazitutto "mimesi" Cosa significa? IMITAZIONE Quindi cosa afferma l'autore ? Che non esiste un desiderio "autentico", nel senso che sia veramente e SOLO nostro, ma in realtà è sempre MEDIATO Da chi ? Da un MODELLO che, coscienti o meno che ne siamo, IMITIAMO Va dato atto a Freud di essere andato molto vicino a comprendere questo, ma poi, mentre in un primo momento aveva colto esattamente come stavano le cose, e che cioè il figlio IMITASSE (solo) il padre, poi, nel voler dare un connotato scientifico-biologico alla sua teoria conia quel concetto di LIBIDO che lo porterà completamente fuori strada privilegiando l'"oggetto mediato", la madre, rispetto al ben più fondamentale oggetto mediatore, il padre. Ma torniamo a noi Possiamo cominciare a riassumere i primi concetti fondamentali per comprendere il "desiderio" attraverso lo studioso che, non per nulla, è stato annoverato, ancora vivente, tra i "40 Immortali" del'"Académie Francaise", riconoscimento al cui confronto anche il Premio Nobel diventa una quisquiglia Il Desiderio è lo "strumento" che ci "PORTA FUORI" di noi stessi e attraverso il quale, per IMITAZIONE, desideriamo qualunque cosa che ci indichi il MODELLO Restando nell'esempio di Freud, il padre, che se quello c'avesse pur indicato un cammello e non la madre, per noi sarebbe rimasta la stessa cosa. Anche se sarebbe stato molto più difficile trovare un mito greco all'uopo, sicuramente !! Comunque, a parte gli scherzi, ma neanche poi tanto, si potrebbe già aprire una piccola parentesi che richiuderemo subito, ma che per ora prenderemo solo come una curiosità Non siamo solo noi cristiani che imitiamo qualcuno, Cristo, nella fattispecie, ma TUTTI imitiamo sempre e comunque qualcuno, anche se non ce ne accorgiamo. E già qui, permettetemi di complimentarmi con me stesso che se penso a tutti coloro che imitano calciatori e veline, top manager e simili, rischio di montarmi la testa. Ma lasciamo perdere Quindi, dicevamo, ripetendo, il desiderio ci porta fuori di noi ed imitando, desideriamo. Ma perché IMITIAMO , innanzitutto ? Semplice, perché pensiamo, a cominciare da nostro padre, che colui che imitiamo sia un PORTATORE DI ESSERE superiore al nostro. Cioè, in altre parole, AMMIRIAMO sempre qualcuno che riteniamo più COMPLETO di noi, più REALIZZATO e quindi, più felice. Chi non ricorda quando, adolescente, nell'ansia di crescere, guardavamo ammirati i ragazzi più grandi e non desideravamo altro di essere anche noi come loro La mia è stata la generazione dei Beatles. Chi di noi non avrebbe voluto essere Paul Mc Cartney o Ringo Star. Tutti, almeno per un attimo, suppongo E quelli prima di noi Elvis Presley E quelli dopo chissà chi altro. Tutta l'idolatria giovanile di qualunque epoca per i divi del rock o del cinema è dovuta a questa spinta interiore che chiamiamo desiderio. I mediatori son sempre gli altri, i coetanei o quelli un po' più grandi. Mai quelli più piccoli, statene certi. Proprio perché, per dirla scherzosamente, in quei "PORTATORI SANI DI ESSERE" confluiva il desiderio di intere generazioni. DECADENZA ESSERE, ESSERE QUALCUNO, DIVENTARE QUALCUNO, è anche poi, purtroppo, su questa spinta in sè pregevolissima, che si innesta la PUBBLICITA tanto brava ad illudere che attraverso l'acquisizione di questo o quell'altro oggetto, questa ansia possa venir appagata. Auto, gioielli, tutte le cose, anche le più inutili, son sempre accompagnati nella pubblicità, da esagerazioni fantasmagoriche, musiche squillanti, modelli e modelle, letteralmente nella loro doppia valenza, atte ad illuderti che se possiederai quell'oggetto sarai come quell'uomo o quella donna tanto chic e che quindi nessuno potrà resistere al tuo trabordante ESSERE. Falso. Ma tutti ci cascano, caschiamo o ci siamo cascati. La stragrande maggioranza c'è ancora dentro fino al collo. Questo spiega meglio di altro perché le Chiese alla domenica pomeriggio son deserte e gli Outlet e Supermercati stracolmi di gente disperatamente gaia perché vittima di un ingranaggio che gli ha disorientato il cervello come a quelle balene che di tanto in tanto si spiaggiano nei posti più strani.. Chissà, forse anche le balene saranno felici quando si arenano. Infatti hanno lo stesso comportamento degli uomini che provi di allontanare da un Discount. Ci tornano immediatamente !! Alcuni mesi fà scrivevo queste righe nel mio Blog , che qui riporto al fine di chiarire ulteriormente questoaspetto DETERIORE del "Desiderio di essere":Una società che ha rifiutato l'ontologico illudendosi di poterne fare a menoe che basti l'"avere" ontico senza neppure lontanamente essere in grado diporre rimedio a questa istanza inconscia dell'uomo, può solo, con le sueridicole leggi, porre sempre più divieti o ancor più demenzialmentetoglierli tutti con lo stesso identico risultato:Stare a guardare l'ingrossarsi delle fila di chi compensa con la drogaquesta irrefrenabile spinta del "desiderio" a quel'"Essere" che nella suaespressione inferiore è l'irrazionale droga ma che può essere superata solonel SOVRArazionale e non certo nella piattezza della ragione nichilista e"calcolante" che, a quelli, del calcolo, oramai, non glene strafrega nienteed è per questo che i ridicoli esperti che "calcolano" i danni son patetici.Dimostrerebbero d'essere più intelligenti se si dedicassero a convinceregli arabi della bontà del prosciutto di Parma nei tortellini !!Ma chi è competente di "sovrarazionale" ?Quegli sciocchi che riducono l'uomo al suo linguaggio ?Scordatevelo !Quelli ancor fermi alle banalità dello sciocco romantico Freud ?Meno che mai, e neppure ci provano, almenoPsicofarmaci che stanno all'Extasy come i cioccolatini Ferrero ai Lindt ?Sarà faaaaaaacileeeeee !!Chi allora ?NESSUNOSolo quando i MODELLI, le figure AMMIREVOLI non saranno più calciatore,veline, velisti e velocisti ma UOMINI VERI, allora ne riparleremo, ma orasiam lontani anni luce e solo se troveranno MODELLI che destino la loroAMMIRAZIONE potranno trovare nel IMITARLI la forza per andare oltre.A volte si trovanoMUCCIOLI era uno di questi.Ma è stato stroncato da un fantozzi/fautore della legge che di "super-io"capiranno, ma non d'altro.Ma il problema resterebbe perché, una volta allontanati da tali modelli etornando in questa società, se nel frattempo non saranno diventati "modellia se stessi" e per gli altri, ripiomberanno nel vortice, ma non per caso oper sfortuna, ma solo perché quel mondo piatto li avrà fagocitati nuovamentestritolandoli, asfissiandoli con la sua sistematica, razionale, logica,lucida pazzia....ed anche quest'altro:Lungi dall'essere il vero desiderio,libidinosamente e originariamente materno,e la sublimazione la frustrante e frustrata sua elevazione,è vero il contrario,che il desiderio è quel desiderio di"ESSERE" ,primariamente ammirato nel paterno,e la sua realizzazione materiale, in verità,ne è solo l'"abbassamento".Ecco perché il desiderio è sempre appagato solo temporaneamente,e non perché ogni sostituto del maternoè pur sempre e solo una sua "brutta copia",ma perché il desiderio è qualcosadi infinitamente più grandedi ogni oggetto materiale..Ma come siamo arrivati a questo ?Perché siamo arrivati così in basso ?Da dove si origina questa DECADENZA ?Ecco quello che dicevo quest'inverno, sempre nel mio Blog, all'inizio di quella crisi economica in cui siamo tutt'ora immersiC'è una crisi economica in atto che, nella peggiore delle ipotesi sirisolverà nel giro di qualche anno.Ma tutto questo è irrisorio stante l'ALTRA crisi, ben più profonda eradicale che serviranno generazioni per venirne a capo, ed è quella che, benoccultata dal benessere economico, traspare nella DECADENZA del tutto,Uomo in primis.Pare strano che persone, seppur non stupide, riescano solo a partorire"abortini" di realtà quale che l'attuale degrado sociale sia causato dallatelevisione, quella di Berlusconi, ovviamente, stante il mistero della suageneralizzazione all'intero pianeta che, parrebbe quindi, la forza dirincretinimento dell'ideologia batterle tutte.Una sofisticata analisi della genesi di detta "decadenza" la si può trovarein un libro di Nikolaj Berdjaev, "Nuovo Medioevo", ("Medioevo" inteso nella sua eccezione positiva, non in quella banale di derivazione Illuminista)definito "Impressionante" dal critico dell'Espresso, poiché... "Queste riflessioni pubblicateper la prima volta nel 1923 sembrano scritte ieri, dense come sono di quell'impasto dirifulgente ossessione per la modernità e senso della fine che fa il nostropane quotidiano""L'avvenire è cupo. Non possiamo più credere alle teorie del progresso chehanno sedotto il XIX secolo, in virtù delle quali il futuro prossimodovrebbe sempre essere migliore, più bello, più gradevole del passato che sene va[...]La modernità che sta giungendo alla propria fine, venne concepita all'epocadel Rinascimento.Noi oggi stiamo assistendo alla fine del Rinascimento.[...]L'umanesimo non ha rafforzato l'uomo, lo ha debilitato. Questa è laparadossale conclusione della storia moderna. Attraverso la propriaautoaffermazione, l'uomo si è perduto invece di trovarsi. L'uomo moderno èentrato nella modernità pieno di fiducia in se stesso e nella propria forzacreativa: tutto, all'alba di questa epoca, gli sembrava dipendere dallapropria arte, alla quale non vedeva né limiti né frontiere. Ora ne esce,per entrare in un'epoca inesplorata, prostrato nelle sue energie e con lafede a pezzi - la fede che nutriva nelle proprie forze e nella potenza dellapropria arte -, minacciato dal pericolo di perdere per sempre il nucleodella propria personalità."Proseguendo poi per sommi capi, dal Rinascimento in cui l'Uomo era ancorapieno di quello spirito che gli proveniva dal Medioevo, arriviamo via viasempre più "in riserva" all'epoca della Riforma e di quell'Illuminismo che èstato più volte argomento di altri miei post e che qui si amalgama allaperfezione con quanto esprime questo autore:"La rivolta e la protesta, inerenti alla Riforma, hanno generatoquell'evoluzione della storia moderna che si è conclusa con i "lumi" delXVIII secolo, con il razionalismo, con la rivoluzione, fino ai suoi effettiestremi: il positivismo, il socialismo e l'anarchismo.I "lumi" non sono che un pallido riflesso del Rinascimento, un'ultima formadell'autoaffermazione umanista. Ma non vi è più, in essi, lo spiritocreativo: il Rinascimento si è inaridito.[...]I "lumi" sono il castigo temporale del Rinascimento, il prezzo da pagare peri peccati dell'orgoglio umanista, di questa autoaffermazione che ha traditole forme divine dell'uomo[...]Il Rinascimento ha esaurito le proprie forze creative, dando origine a unVIOLENTO movimento storico nel quale non vi sarà più posto per una creazionepossente. La rivoluzione francese, il positivismo e il socialismo del XIXsecolo sono le conseguenze dell'umanesimo rinascimentale e, al tempo stesso,i sintomi dell'inaridimento del suo potere creativo[...]Due uomini, che dominano il pensiero dei tempi nuovi, Friederich Nietzsche eKarl Marx, hanno rappresentato con geniale intensità, queste due formedella autonegazione e dell'autodistruzione dell'umanesimo. In Nietzschel'umanesimo rinuncia a se stesso e si distrugge nella sua formaINDIVIDUALISTA; in Marx nella sua forma COLLETTIVISTA. L'individualismoASTRATTO e il collettivismo ASTRATTO sono prodotti da una medesima causa, laseparazione dell'uomo dalle basi divine dell'esistenza, la sua scissione dalCONCRETO[...]La morale di Nietzsche non ammette il valore della personalità umana; essarompe con l'umano, PREDICA LA DUREZZA NEI CONFRONTI DELL'UOMO, ,in nome dei suoi fini sovraumani, in nome di ciò che è futuro e lontano, in nome delsublime.L'individualismo superomistico sostituisce in Nietzsche il Dio perduto.[...]La morale di Marx non ammette il valore della personalità umana; anche luirompe con l'umano e PREDICA LA DUREZZA NEI CONFRONTI DELL'UOMO, in nome delcollettivismo, in nome dello stato futuro, dello stato socialistaLa collettività sostituisce in Marx il Dio perduto.Queste poche note giusto per rendervi partecipi dell'attualità dellerisposte di questo libro alla crisi umana della nostra epoca che, come sidiceva, è ben più profonda e di difficilissima soluzione di quella economicache la occulta sovrastandola stante il materialismo ottuso dei molti.Ma ora , dopo questa digressione storica, facciamo un passo indietro tornando al brano di René Girard, dal quale eravamo partitianche per spiegare meglio, contemporaneamente, queste due affermazioni su Marx e Nietzsche