Eighties

Mentalità ebraica & mentalità greca


Posto qui alcuni spunti esplicativi ancora da elaborare di un tema che accennavo con Loris e che, credo, possa spiegare meglio di lunghi discorsi la BASE delle divergenze intellettuali che prima di essere Premoderni-Postmoderni vedono una divergenza di MENTALITA' tutt'altro che trascurabile alla base delle diverse visioni filosofiche che ben poco hanno a che vedere con fideismo o altro ma ben più con le basi PSICOLOGICHE di qualunque divergente SOVRASTRUTTURALE  linguaggio.Il giudaismo del tempo di Cristo aveva un concetto notevolmente diverso da quello proprio della mentalità greca occidentale sui rapporti anima e corpo: esso li interpretava non in senso dualistico, ma monastico. L'ebreo vedeva sempre anima e corpo come uniti in un sol tutto. «Spirito vivente» è per lui sempre anche «corpo vivente». Per l'ebreo uno spirito può manifestarsi in modo efficace soltanto in un corpo e per mezzo di un corpo. L'idea che lo spirito di un defunto, per sé stante, separato dal suo corpo possa ancora essere vivente ed operante sarebbe riuscita inconcepibile per la mentalità ebraica.http://www.disf.org/Documentazione/80.aspTuttavia, c'è una distinzione profonda fra la mentalità greca e la mentalità ebraica. I greci vedono il mondo, così come la storia, in termini ciclici: tutto tornerà alle sue origini; "il domani e domani e domani scandisce questo piccolo ritmo fino all'ultima sillaba di tempo registrato". Il mito di Sisifo - l'uomo che trasportava un masso alla cima della montagna e che restava soltanto a guardarlo ricadere verso il basso per poi doverlo trasportare in cima di nuovo, è una metafora perfetta per descrivere l'atteggiamento greco. "La vanità delle vanità (vapore dei vapori), dice Kohelet, vanità delle vanità, tutto è vanità (vapore). Qual è il valore per l'uomo di tutto il suo lavoro sotto il sole? Una generazione viene e una generazione va, mentre la terra dura per sempre. Il sole sorge e il sole tramonta, e si affretta verso il posto dal quale risorgerà...". Un mondo ciclico, in cui noi non facciamo altro che ripetere continuamente i nostri errori, che provoca un atteggiamento di pessimismo cinico. Il sole, che si comporta sempre nello stesso identico modo, regola questo mondo ciclico, insignificante e privo di obiettivi.Completamente differente è l'ebraismo che vede il mondo e la storia in termini lineari, che progrediscono verso un periodo in cui "l'agnello giacerà con il leone, il bambino potrà giocare nella cesta dei cobra... le spade si muteranno in vomeri, le nazioni non alzeranno più la spada contro altre nazioni e l'umanità non saprà più cosa sia la guerra" (Isaiah 2,11). È un mondo di fede ottimistica, di fiducia nel futuro, di aspettativa di cambiamento. La metafora perfetta per questo tipo di atteggiamento è proprio la luna, che nel suo rinnovamento emerge letteralmente dalla nera oscurità con il suo pallore, fino alla rinnovata luce gloriosa che splenderà ancora più gloriosa. Il momento storico che ha dimostrato la possibilità di cambiamento verso il positivo è stato quello della apparentemente impossibile libertà degli schiavi ebrei, del dissolvimento quasi istantaneo dell'immorale ordine sociale del Faraone, dell'esodo di Israele dal buio alla luce, dalla schiavitù alla libertà. Questo è un mondo che non è sotto il sole, come nel pessimistico Kohelet, ma, piuttosto, sotto la luna, che esprime la possibilità di cambiamento e di rinnovamento nella propria essenza e sotto un D-o presente e redentorehttp://www.morasha.it/riskin/riskin_b03bo.htmlhttp://it.wikipedia.org/wiki/Semitismi