Mody's home

SUL TRENO


Mezz'ora o poco più sul treno. Davanti a me si siede una ragazza. Una grande valigia accanto, una piccola borsa, jeans chiari,  occhiali da vista. Tira fuori un volume verde. Tipica copertina e formato da tesi. Sfoglia le prime pagine, lentamente, con una sorta di silenzioso rispetto. Poco dopo la rimette nella valigia, tira fuori dalla piccola borsa un quaderno di Van Gogh, una penna. Inizia a scrivere veloce, probabilmente idee sparse. E scrive rapidamente, soddisfatta, decisa, i suoi pensieri si imprimono sui piccoli fogli bianchi e diventano caratteri blu, attirando la mia curiosità.  Accanto, a un corridoio di distanza, un gruppo di ragazze. Parlano di università. Noto la proprietà di linguaggio di una di loro, cappotto arancione, borsa con una nota scimmietta attaccata, scarpe di Prada. Intanto alla ragazza davanti suona il cellulare. Appoggia il quaderno, fissa per un attimo il piccolo schermetto e poi risponde, a bassa voce, con un sorriso. Si distingue la voce di un ragazzo. Domande-risposte, affermazioni. La tesi è la sua, l'ha appena ritirata. Sorride soddisfatta dicendolo. Parla, scarabocchia qualcosa sul piccolo quaderno. L'uomo anziano accanto a me nel frattempo tira fuori il cellulare, lo fissa dietro gli occhiali spessi. Preme lentamente i tasti, con una certa cautela. Continua a tenerlo tra le mani anziane, grandi, dure, esperte, guarda fuori dal finestrino. La ragazza poco dopo saluta, continua a scrivere sul quaderno, ancora con il sorriso sulle labbra.