al tempo...!

I costi dolorosi dell'emigrazione


 
U.S.A., Ellis Island, primo quarto del sec. XX Gruppo di emigranti italiani con la "valigia di cartone", durante la fase dello sbarco. Di un gruppo simile a questo o probabilmente più malridotto dovette far parte Nicola Gioia, soprannominato "Culecchia", personaggio d'altri tempi, tragico e pittoresco insieme, ingenuo e rassegnato. Io non l'ho conosciuto se non attraverso il vivace racconto delle sue amare vicissitudini che ne faceva mio padre ma la storia di "Culecchia" mi è rimasta vividamente impressa nella memoria. Erano gli anni difficili della massiccia emigrazione italiana in quegli U.S.A. che aprirono generosamente le porte a milioni di connazionali in cerca di un benessere impossibile a realizzarsi in Patria. Anche "Culecchia" - nella seconda metà degli anni trenta - decise di abbandonare il paese natale per "fare fortuna" in Canada. Lì, in quella terra amica ma straniera, lo attendevano anni di solitudine feroce e di duro sacrificio. Lavori umili e poco gratificanti come sono in genere quelli che anche noi oggi riserviamo a chi viene in Italia per sfuggire alla povertà dei Paesi di origine. Unica compagna la speranza di far accrescere giorno dopo giorno i sudati risparmi, raggranellare un bel gruzzolo e ripartire finalmente alla volta di casa. Ogni notte, dopo aver messo al sicuro il piccolo tesoro, "Culecchia" sognava ad occhi aperti la felicità del ritorno e la gioia che in quel momento avrebbe provato lui e la sua famiglia. Avrebbero comprato subito una nuova casa, il terreno del vicino, un mulo più giovane......Così sognava "Culecchia" prima di addormentarsi. (Continua)