al tempo...!

Deja vu


Uno degli eventi più seguiti dall'opinione pubblica nei giorni scorsi ha riguardato il Gen. Speciale.Anni addietro un altro Generale, anche lui dell'Esercito, anche lui siciliano, anche lui Comandante - guarda caso! - della Guardia di Finanza, fu al centro di un clamoroso scandalo (quello dei petroli), essendosi reso responsabile insieme con altri di una truffa colossale ai danni dello Stato.La moglie di quel Generale venne sorpresa mentre tentava di fuggire all'estero con parte del denaro proveniente da quella truffa. E, se la memoria non mi inganna, furono proprio i finanzieri, cioè gli stessi sottoposti dell'importante marito, a fermare alla frontiera la complice e determinata signora.All'indomani del fatto, Montanelli - ricordo ancora il suo indignato editoriale - ebbe a chiedersi come mai fosse stato consentito di arrivare così in alto a un personaggio dalla moralità così discutibile. Possibile che nemmeno uno dei suoi superiori, i quali lo avevano avuto alle dirette dipendenze e che annualmente lo avevano giudicato, avesse espresso un sia pur minimo dubbio sulla sua onestà? Possibile che nei documenti caratteristici di quell'Ufficiale non ci fosse la benché minima traccia di comportamenti reprensibili sia pure veniali? Eppure - nel bene come nel male - nulla si improvvisa dall'oggi al domani e un osservatore attento e lungimirante è capace di intravvedere "in nuce" la possibile evoluzione di condotte all'apparenza insignificanti.Così è avvenuto anche per il Gen. Spesiale, i cui documenti caratteristici annotavano certamente il possesso di "provata lealtà e "di provata rettitudine".Lealtà e rettitudine che, nonostante le interessate difese d'ufficio dell'opposizione, sono state ad onor del vero del tutto assenti nei riguardi dell'autorità politica, come ha efficacemente dimostrato il Ministro Padoa-Schioppa.In breve, la vicenda dei due Generali è putroppo la dimostrazione di quello che nella Forza Armata accadeva sotto i miei occhi: la selezione degli Ufficiali era tutt'altro che meritocratica. O almeno così mi è parso che fosse - salvo qualche rara eccezione - fino al momento in cui ho lasciato il servizio. I gradi più elevati e le prebende più ambite, quasi sempre appannaggio degli "amici degli amici", erano il frutto di qualifiche compiacenti e spesso ingannevoli, le quali attestavano sulla carta doti umane e profili professionali lontani anni luce dalle reali capacità degli Ufficiali le cui carriere si volevano agevolare.Se si leggono le note cartteristiche di questi "predestinati", si ha come l'impressione di trovarsi di fronte a non so quali Super-Eroi, tipo Mandrake, Actarus o Nembo Kid.E, come se tutto questo non bastasse, ecco allora la pioggia provvidenziale degli elogi e degli encomi profusi a piene mani nei libretti personali degli Ufficiali più graditi.Per me era ed è semplicemente immorale!