al tempo...!

I novissimi


Dalle nebbie della memoria emerge oggi questa inquietante sonorità dell'infanzia, questo ansiogeno superlativo assoluto, questo insolito modo con il quale le catechiste di una volta presentavano a noi, annoiati e ingenui ragazzini di un tempo, le terribili scadenze della vicenda umana e - nell'aldilà - il premio o il castigo eterno per ciò che di buono o di malvagio era stato commesso durante la vita terrena. I novissimi insomma erano - nell'ordine - la morte, il giudizio, l'inferno e il paradiso.Con gli anni ho dovuto prendere atto, giorno dopo giorno, che il primo dei novissimi, la morte, non è che la naturale conclusione di ogni esistenza. Ed è bene che ad un certo punto cessiamo di vivere e facciamo posto agli altri. E' un'esigenza per così dire anche di spazio. Si può immaginare un giardino pieno zeppo di aride sterpaglie, di piante vecchie con rami secchi, senza più un filo d'erba fresca, senza fiori o frutti? Certo che no! Se le piante, diventate adulte, non morissero e non venissero eliminate non potremmo più assistere al miracolo incessante della vita e della rinnovata fioritura. La morte è fisiologicamente necessaria.Gli altri tre "novissimi" mi lasciano invece perplesso. Questi giochi poco puliti con l'aldilà, questi cinici dosaggi di punizioni e premi sono stati concepiti dal potere unicamente per tenere sotto schiaffo la povera, indifesa, impaurita umanità. E' giusto tuttavia sottolineare che le terribili punizioni dell'inferno sono state amabilmente progettate non dagli apocalittici giudaici, né tantomeno dai primi cristiani, bensì dagli orfici, seguaci di una setta presente in Grecia fin dal V secolo avanti Cristo; gli stessi che, con le loro consacrazioni, le loro ascetiche regole di vita, la loro predicazione a scopo espiatorio, miravano d'altra parte a una ricompensa nell'aldilà. In questo il cristianesimo non ha colpe dirette, non avendo inventato alcunché. Ha soltanto attinto a piene mani dal fornitissimo bazar di innumerevoli tendenze religiose.