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La mia storia da precaria a Monasterace


Approfitto di questo spazio Bolg, per evidenziare un problema comune a tantiLPU/LSU anche di Monasterace, pubblicando una lettera aperta.Due anni di meditato silenzio, in cui ho voluto d'attrice e parte attiva, assumere il ruolo di spettatrice, osservando, ohimè, con conferma, il fallimento di vari tentativi messi già in atto in passato. Ora, è doveroso in qualità di LPU, rompere questa analisi, per giungere ad un'attenta sintesi e penso, di averne anche il diritto, visto che personlmente, ancora come altri, ne sono protagonista.Ritengo necessaro, sul precariato LSU/LPU, esprimere un giudizio critico ed increscioso, senza però giungere a conclusioni qualunquiste o a polemiche accusatorie, che toglierebbero ampio respiro, all'unica via risolutrice: la diplomatica democrazia. E' l'ennesimo appello, forse un pò ammonitivo, a quanti ancora, ci pensanocon buon senso ed hanno a cuore il nostro "disagio" che ormai, persiste da più di dieci anni.Non si tratta di muovere critiche offensive a singole persone o istituzioni, anzi colgo l'occasione di ringraziare coloro che, ci hanno sostenuto e incoraggiato, per tutti questi anni: sindaci, sindacati (Pezzotta, Bonanni, Sbarra) e istituzioni ecclesiali (saluto con stima e amicizia il Vescovo Bregantini). Molte volte, con spiccato senso ironico e con toni, quasi sarcastici, nei miei interventi in diversi scioperi e riunioni, ho sfidato il rischio di una latente scaltrezza speculativa e strumentalizzatrice, ovvero la carenza di una vera volontà politica regionale, a mettere fine al precariato di LSU/LPU.A questa situazione intollerabile, sorge il dubbio che, a qualcuno, può far "comodo o quel che è peggio, che si salvaguardi un conflitto d'interessi" per dare tregua, non tenendo conto delle conseguenze ancora più dannose. Alcuni Comuni, secondo le nuove disposizioni regionali, hanno stabilizzato dei colleghi, ma non si è tenuto conto che, la realtà dei comuni calabresi non è tutta uguale, perchè in alcuni mancano le condizioni economiche, anche LSU/LPU, garantiscono le prestazioni di servizi "indispensabilissimi". Morale della favola: "Siamo un disagio nel disagio". Nelle altre regioni italiane, gli LSU/LPU, non esistono più, sono stati inquadrati in diversi ambiti lavorativi, con tanto di diritti, doveri e tanto di rispetto. Solo qui in Calabria, ci si deve arrendere ad una mentalità di "assistenzialismo", che soffoca le tante potenzialità ambiziose di giovani, costretti a diventare "risorsa attiva" altrove, emigrando in terre lontane.E' difficile risolvere il problema, ma non impossibile, basta volerlo davvero: L'integrazione tra Regione, Comuni, sindacati, deve essere "una sola forza", senza fare alcuna"demagogia". Altrimenti, devo dare ragione al poeta romano Trilussa, quando afferma: "Quando me son visto serio n'è venuto da ridere".Grazie, a tutti colori che esprimono sensibilità e disponibilità veso gli LPU/LSU.Marianna Muscolo, LPU di Monasterace