Esercizi di memoria

Convivere col virus


   
 E noi stiamo andando esattamente in questa direzione. Una società senza con-tatti o con contatti ridotti al minimo. Questa sì che sarebbe la vittoria del virus. Con-vivere in questo modo col virus significa ammettere la nostra sconfitta. Lui se ne andrà per conto suo seguendo le leggi della sua natura, ma avendo già modificato la nostra natura. La sicurezza starà nella distanza. E anche a distanza dispositivi di protezione saranno obbligatori: mascherine e guanti per tutti. La “nuda vita” avrà allora vinto sulle nostre abitudini, sulle nostre storie, sulle nostre vite, sulla nostra vita. Ma il non-essere dell’uomo è davvero qualcosa di più terribile del non-esserci-più in modo autentico? Più banalmente: la sopravvivenza della “nuda vita” è davvero l’istanza suprema? Dal punto di vista del darwinismo sociale può forse essere accettabile. Questo però non vale per altri punti di vista. Basti pensare a Walter Benjamin: “L’uomo non coincide in nessun modo con la nuda vita” (der Mensch fällt eben um keinen Preis zusammen mit dem blossen Leben). Tranchant. L’uomo non vive semplicemente come una pianta. E se qualche volta oggi questo succede ci troviamo di fronte ad una tragica realtà prodotta dalle tecniche di rianimazione. Ma per l’uomo non conta solo la “nuda vita”, ciò che conta è soprattutto la storia di una vita, la vita vivente.Prof.Paolo Becchi https://paolobecchi.wordpress.com/2020/04/22/convivere-col-virus/amp/?__twitter_impression=true