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Convivere col virus

Post n°485 pubblicato il 23 Aprile 2020 da boezio62
 

 

 

 

 

E noi stiamo andando esattamente in questa direzione. Una società senza con-tatti o con contatti ridotti al minimo. Questa sì che sarebbe la vittoria del virus. Con-vivere in questo modo col virus significa ammettere la nostra sconfitta. Lui se ne andrà per conto suo seguendo le leggi della sua natura, ma avendo già modificato la nostra natura.

La sicurezza starà nella distanza. E anche a distanza dispositivi di protezione saranno obbligatori: mascherine e guanti per tutti. La “nuda vita” avrà allora vinto sulle nostre abitudini, sulle nostre storie, sulle nostre vite, sulla nostra vita. Ma il non-essere dell’uomo è davvero qualcosa di più terribile del non-esserci-più in modo autentico?

Più banalmente: la sopravvivenza della “nuda vita” è davvero l’istanza suprema?
Dal punto di vista del darwinismo sociale può forse essere accettabile.
Questo però non vale per altri punti di vista.

Basti pensare a Walter Benjamin: “L’uomo non coincide in nessun modo con la nuda vita” (der Mensch fällt eben um keinen Preis zusammen mit dem blossen Leben). Tranchant.

L’uomo non vive semplicemente come una pianta. E se qualche volta oggi questo succede ci troviamo di fronte ad una tragica realtà prodotta dalle tecniche di rianimazione.
Ma per l’uomo non conta solo la “nuda vita”, ciò che conta è soprattutto la storia di una vita, la vita vivente.

Prof.Paolo Becchi

 

https://paolobecchi.wordpress.com/2020/04/22/convivere-col-virus/amp/?__twitter_impression=true

 

 
Rispondi al commento:
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 30/04/20 alle 13:32 via WEB
Letto tutto. E ti ringrazio. ... Ma mi dico, anche dopo aver letto (e grazie ancora), - che abbiamo risorse inimmaginabili.. mi aggrappo a questa forte speranza, come se, anzi, senza come e se- ma con convinzione sento che c'è un istinto dentro di sopravvivenza, che nel corso della nostra storia umana ci ha fatto superare prove indicibili insostenibili impensabili... e quindi anche stavolta ce la faremo, troveremo il modo. Il nostro genio anche di 'gente comune' ce lo farà trovare. Trovo abbastanza estremo il gesto del nonno; il mio non è un giudizio ma una constatazione sul fatto che così non potrà più abbracciare il suo nipotino (almeno in questa vita) e che non ha pensato al dolore cagionatogli...(al nipotino..) E' chiaro che questo è un estremo che va ad aggiungersi a tutto quello che ci ha visto testimoni di questa epidemia, e che ci ha modificati, e modificherà, tutto non sarà come prima, ma troveremo risorse per farcela, lo dobbiamo a noi stessi. Magari interrogarsi fa anche bene, e magari abbiamo anche paura, paura di non avere margine di futuro e come dice anche l'articolo, cambieremo rispetto alla nostra percezione delle cose, ma è una prova che dobbiamo superare - da tutto quello che stiamo vedendo e qui la storia insegna che abbiamo risorse per poterlo fare. Imparando a non pensare troppo al 'domani', ma cercando di stare nell'oggi meglio che possiamo. Avevo scritto meglio, ma il pc mi funziona a singhiozzo, difficile poi riscrivere pensieri. mi impongo di non preoccuparmi per quello e su quello che sarà... cercando di far tesoro della saldezza della mente, e imparando il governo di mè.. ce la faremo. Un sorriso. (E scusa se ho scritto male). Grazie ancora per l'articolo, fa bene, leggere pagine che aiutano la riflessione. Ed io ne ho un grande bisogno. Per noi è tutto molto e oltremodo più difficile faticoso estremo. Ciao. Roberta
 
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