Mondo Jazz

MARINAI, PROFETI, BALENE E TANTA NOIA PRECONFEZIONATA


  Oggi in luglio e agosto l'Italia pullula di jazzfest dando l'impressione di essere una Mecca internazionale della musica afro-americana, mentre non è affatto vero... (Franco Fayenz, Il Sole 24 Ore, 27 aprile 2011) A scorrere i titoli di quotidiani e siti on line c'è poco da stare allegri: i festival jazz fanno notizia se c'è qualche cantante o rocker o simil-celebrità.Tra poco parte il Festival di Vicenza, costruito su una panoramica del jazz newyorkese più qualche buon nome e i giornali di chi parlano ?Ma è ovvio, di Vinicio Capossela e del suo tour per lanciare il nuovo (e presumo noiosissimo) album. Non ce l'ho con Vinicio, che pure mi è simpatico e che in passato ha saputo coinvolgere grandi jazzisti nei suoi dischi, ma non mi pare certo che la sua sia la presenza più significativa al festival.Anzi, credo che se se ne fosse fatto a meno nessun jazzofilo si sarebbe sognato di protestare.Di Umbria Jazz si parla perchè ci sarà Liza Minnelli (two balls ....), del Festival di Venezia si annuncia un solo nome, Sting (sai che novità...), spacciato neanche fosse Duke Ellington; delle Nuove Rotte del Jazz (un nome non proprio usato al meglio) di Trieste si legge un lungo e sconsolante elenco di DJ ...Anche all'estero non se la passano benissimo: Montreaux aspetta a prezzi da affezione una tornata di rockettari, Ottawa vedrà la presenza del cantante dei Led Zeppelin, Nizza ospita Morcheeba e Macy Gray, Lugano offre etno-pop in saldo. Mi piacerebbe allora, come par condicio, leggere di Jim Hall invitato al festival metal di Roskilde, o Braxton ospite dell'Haineken Jammin Festival, o almeno della Italian Instabile Orchestra presenza fissa dello show televisivo del sabato sera.Evidentemente chiedo troppo, sopratutto a direttori artistici in balia di sponsor che alla musica chiedono solo visibilità e numeri per il loro tornaconto.Per fortuna esistono i festival di tendenza: piccoli, sempre in bilico tra progetti e chiusura, ignorati dai grandi sponsor e, per fortuna, anche dalle grandi masse.Ma è ormai praticamente solo li' che si ascoltano idee nuove o almeno non preconfezionate.