Mondo Jazz

CHICK COREA STEFANO BOLLANI - ORVIETO (E.C.M.) 2011


A soft swirl of serious intent surrounds. But like a sandwich, the meat is in the middle. Spontaneity often takes refuse in filler, camouflaged elegantly in portentous chords and wispy arpeggios. But when sustained engagement strikes on "Leave You"  and a few more, the lift is playfully palpable. (John McDonough, valutazione  *  *  *)Can't tell what I like more about the duo's approach: the way they stress gracefullness or the carefree animation of their approach. Both are applied in equal amounts on a delicious glide through "Jitterbug Waltz" that zig towards Art Tatum and zags towards Cecil Taylor (Jim MacNee, valutazione  *  *  *  *)From rippling, impressionist free improvs to a spiritely "Jitterbug Waltz" . Corea and Bollani are members of a rare league: sparkling, michievous colorist virtuoso who can turn on a dime while taking in the whole landscapeand never getting in each other's way. It's often difficult  to tell one from the other, as both draw exquisite timbres from the keyboard. (Paul De Barros, valutazione  *  *  *)Here the question isn't really who's doing what, but how they're doing it togheter without getting in in each other's way. One offers a phrase, the other picks it up, embellishes it, gives it back. There's very little of the kind of playing solo at the same time vibe that one sometimes hears in piano duets (John Corbett, valutazione  *  *  *  *)Un monumento del jazz come Chick Corea e un ottimo pianista quale è Stefano Bollani, tecnicamente formidabili e amanti del rischio, provenienti da aree geografiche differenti, appartenenti a generazioni diverse e con influenze differenti, hanno dato vita alla fine dello scorso anno a Orvieto (30 dicembre), nell’ambito della rassegna Umbria Jazz Winter, ad un concerto ricco di contaminazioni tra tradizione classica, musica jazz, brasiliana, canzone italiana, dove protagoniste assolute sono state la creatività e l’improvvisazione.Così lo stesso Chick Corea racconta l’esperienza: «Due pianisti che improvvisano insieme sono una grande sfida e queste performance con Stefano sono state fonte di ispirazione e anche di divertimento. Per questi concerti non ci sono state prove, giusto una scelta di brani. L'improvvisazione era spontanea e per niente definita. Ad Orvieto faceva un gran freddo, ma questa esperienza aveva i colori dell'estate».Questo magnifico duo debuttò per la prima volta al Festival di Ravello nel 2009, e da allora si sono susseguiti numerosi concerti. Sin dall'inizio per i due musicisti è stato chiaro come il sodalizio potesse avere un grande potenziale. Bollani dichiara di ascoltare Corea sin da quando aveva undici anni, prendendo spunto «dal suo stile, dal suo fraseggio e dal suo incredibile ritmo » e dice di essere molto onorato di suonare in simile compagnia. Da parte sua, Corea dice di seguire Bollani già da qualche anno e recentemente nelle note di copertina alla riedizione di Solo Piano Improvisations/Children's Songs (ECM 2140-42) cita Stefano come un pianista che lo sta ispirando.Di mio posso aggiungere ben poco a quello che è già stato detto. Le recensioni dei quattro critici di Down Beat compaiono nel numero del dicembre prossimo sulla rivista, Orvieto è il disco del mese e l'accoglienza è decisamente buona.In effetti l'album si presta ad un ascolto ripetuto, svelando ogni volta arguzie e mirabolanti punti di incontro, Una musica stratificata che nulla perde del calore originario, molti brani sono di ispirazione brasiliana ma ci sono anche standars prettamente jazzistici (Nardis, Jtterbug Waltz, Darn That Dream) e composizioni dei due leaders. Molto accattivante la versione di Armando's Rhumba, privata dell'inessenziale e stringata quanto basta. Per quanto i due non siano tra i miei pianisti preferiti, qui c'è classe e divertimento, e se all'inizio della collaborazione temevo derive e facili effetti debbo invece riconoscere la sostanziosa e felice inventiva che segna questo album.  V A L U T A Z I O N E :  *  *  *  *