Mondo Jazz

JARRETT, PARETI, MCBRIDE E BETTI


Risaliva dal 2006 l'ultima notizia discografica di Jarrett con l'album in solo alla Carnegie Hall. Tutte le ulteriori pubblicazioni si riferivano comunque a concerti precedenti, sia in solo che in trio. Questo Rio, registrato live il 9 aprile di quest'anno contribuisce a definire lo stato attuale di salute artistica del nostro, che appare subito in forma smagliante, tanto da caldeggiare personalmente la pubblicazione del concerto a Manfred Eicher. In effetti la situazione è ottimale: un pubblico caldo e accogliente, uno strumento perfetto ed il pianista in serata di grazia. I brani del doppio album sono semplicemente numerati in maniera progressiva e riproducono in sequenza le improvvisazioni riproponendo la cosmogonia tipica di Jarrett: brevi sequenze astratte, fragili costruzioni melodiche, tambureggianti pedali sui tasti medio-bassi, aperture di stampo gospel, deliziose ballate che si susseguono con maestria e strepitoso controllo. Nulla di nuovo per i conoscitori di Jarrett, ma che bell'ascoltare ! (* * * *)
The Roar at The Door è l'album a nome di Raffaello Pareti che unisce due formidabili bocche di fuoco, Mauro Ottolini e Francesco Bearzatti, e li incanala lungo una sequenza di bellissime composizioni ad hoc scritte dal contrabbassista toscano che ne valorizzano temperamento e doti tecniche. Il gruppo, completato da Walter Paoli alla batteria, è nato per suonare dal vivo dove certamente l'impatto è molto dilatato rispetto al disco, ma anche l'album è significativo e dispensa godibilità e ispirazione da parte dei quattro musicisti. L'ironia insita e la qualità di tutte le composizioni sono di primissimo livello, i solisti pure. (* * * *)  
 In questi giorni non mi stanco di ascoltare questo magnifico September's New Moon orchestrato e diretto da Dino Betti. Un quadro corale dove le individualità sono preservate e incoraggiate verso un obiettivo comune. Musica fresca e sorprendente, senza cali e con molteplici sbocchi. Incredibile il paragone con Good Feeling (* * *) l'album orchestrale di Christian McBride uscito più o meno in contemporanea: entrambi di qualità altissima, conosciuti a livello mondiale i musicisti americani, confinati per lo più entro i limiti peninsulari i nostri, densi di bellissime composizioni entrambi, ma tanto raffinato quanto prevedibile nello svolgimento Good Feeling tanto imprevisto, mutevole, spiazzante e coinvolgente il lavoro di Betti e dei musicisti italiani. ( * * * * )