Mondo Jazz

COLLIGAN, KENNY G E LO STRETCH MOVEMENT


George Colligan è uno dei jazzisti più originali e convincenti della sua generazione. Tra 1991 e 1994 ha iniziato la sua carriera come pianista freelance a Baltimora e Washington.Il suo primo vero tour fu con Gary Thomas, Paul Bollenbach e Terri Lynne Carrington in Europa, nell'autunno 1994. Oggi Colligan è un musicista dalla solida preparazione e dai notevoli mezzi tecnici, che al pianoforte, suo strumento d'elezione, affianca batteria e tromba, caratteristica che gli consente di sviluppare una visione ampia e composita della musica e dell'improvvisazione.Nel campo improvvisativo si distingue per un approccio eclettico che trae ispirazione da diversi generi musicali e li sintetizza in modo personale e brillante. Al pianoforte Colligan svela solide radici nella profonda conoscenza della tradizione del piano jazz moderno. Tra le sue maggiori influenze ci sono Chick Corea, Miles Davis, Herbie Hancock, Thelonious Monk, Wayne Shorter e McCoy Tyner. (Fonte: Magazzini Sonori)Colligan è anche autore di un blog interessante ed approfondito, Jazztruth, ed è anche abile creatore di video che poi posta sia sul blog che, ovviamente, su You Tube.Questo I Love Jazz è tanto semplice quanto malizioso, riferendosi ad un facile luogo comune (sopratutto americano) che identifica con il jazz personaggi che invece ne sono molto lontani.Il fenomeno Kenny G, conosciuto anche da noi ma con un impatto notevolmente inferiore, è una macchina da business: 50 milioni di album venduti e la partecipazione a moltissimi festival jazz (!). Dopo la pubblicazione da parte di Kenny G di un brano realizzato sovraincidendo un proprio assolo ad un'esecuzione di Louis Armstrong, il chitarrista Pat Metheny prese posizione contro questo genere di operazioni e contro Kenny G in particolare.Anche John Beaty, un giovane musicista newyorkese, prende di mira Kenny G in un accorato appello che, per la verità, ha obiettivi molto più alti. La crisi economica morde anche in campo musicale: le centinaia di giovani ed eccellenti musicisti usciti dalle scuole universitarie di jazz con il massimo dei voti, una preparazione accademica di primo livello e un investimento economico rilevante si trovano senza lavoro e senza prospettive, nemmeno quelle più umilianti.La risposta di Beaty ad una situazione di stallo consiste nel promuovere una nuovo modo di intendere,  suonare e anche di chiamare il jazz. Tutto espresso con una lunga lettera aperta, l'apertura di un blog ed un video postato su Yoy Tube.Ecco tutti i link:http://mymomthinksimgreat.com/petition.cfm