Mondo Jazz

PENSIONI


Il sindacato musicisti di New York ha distribuito volantini fuori da uno dei più importanti jazz club della città, prima avvisaglia di una campagna per ottenere i contributi per la pensione e una retribuzione minima.La protesta è partita in sordina giovedì scorso, quando quattro membri del Federazione americana dei musicisti Local 802 sono rimasti fuori dal Blue Note nel Greenwich Village a distribuire volantini con la scritta: "Giustizia per gli artisti jazz!". Keisha St. Joan, vocalist di 72 anni, consegna volantini ai passanti e spiega: «È una disgrazia non avere la pensione. Morirò senza averla!». Da cinque anni i proprietari dei jazz club resistono alle richieste. Alcuni accusano il sindacato, forte di ottomila soci, di fare chiasso per sostenere il fondo pensione, i cui beneficiari sono musicisti di Broadway in pensione o colleghi degli studi di registrazione. Le divergenze tra sindacato e proprietari dei club risalgono al 2005, quando i sindacalisti si unirono ai night club per ottenere una riduzione delle tasse sulle vendite dei biglietti e utilizzare gli introiti extra per pensioni e benefit sanitari.Nel 2006 lo sgravio fiscale fu approvato, ma il sindacato non raggiunse mai un´intesa con i club. Lorraine Gordon, proprietaria del Village Vanguard è favorevole all´idea delle pensioni per i musicisti, ma i profitti dei club sono esigui e le spese continuano a lievitare. «Pago tutto quello che un piccolo club può pagare. Ma per farlo funzionare non posso andare sotto una certa soglia». L´obiettivo della campagna dei musicisti è raggiungere intese essenziali sul lavoro con i club jazz di New York - Blue Note, Village Vanguard, Birdland, Jazz Standard e Iridium - e poi con quelli delle principali città creando una rete di locali che pagano contributi per la pensione.«Vogliamo che l´802 diventi il modello per tutti» ha detto John O´Connor, vicepresidente del sindacato. In base alle proposte del sindacato, i proprietari dei club verserebbero un contributo per ogni musicista. Molti si trovano durante la vecchiaia senza pensione e assistenza, dato che buona parte della loro retribuzione è in contanti e in nero. Lontano dai microfoni, alcuni musicisti dicono che preferirebbero gestire da soli la pensione. Altri però sono favorevoli all´intervento sindacale e raccontano che i proprietari dei locali si sono rimangiati la promessa fatta in cambio della riduzione delle tasse.«Raccolgono i soldi e li usano a loro piacere» ha detto Bernard Purdie, percussionista, prima di recarsi al Carnegie Hall con Galt MacDermot e la New Pulse Jazz Band. «E la fanno franca da cinque anni». (© New York Times La Repubblica Traduzione di Anna Bissanti)Fonte: www.micciacorta.it Se i musicisti americani non se la passano troppo bene anche noi qui abbiamo qualche problema: