Mondo Jazz

PAGINE SONORE


E' abbastanza raro trovare degli scrittori che amino veramente la musica,la capiscano e riescano a coglierne i movimenti interni più profondi. E' strano perchè in fondo il meccanismo creativo è lo stesso in tutte le arti e dovrebbe quindi essere naturale per uno scrittore, un poeta o un pittore riuscire a godere pienamente di unaa sinfonia o di un brano di jazz, eppure non è cosi'.A me è capitato in passato di collaborare con una certa frequenza con degli artisti visivi di prima grandezza rimanendo regolarmente colpito dalla loro assoluta incapacità di cogliere la genialità di Charlie Parker, o dal fatto che non arrivassero a comprendere la magia dello swing al punto da trovare "noioso" il ritmo scandito da grandi batteristi come Max Roach o Philly Jo Jones. Negli anni 50' uno dei rappresentanti di punta della beat generation, Jack Kerouac, folgorato dal jazz, tentò di dar vita a una "scrittura Jazz" mancando clamorosamente il bersaglio. Tre decenni prima, nella cosiddetta età del jazz, è proprio il jazz a essere pressochè assente nei grandi, splendidi romanzi di quell'epoca.
 Bisogna aspettare Julio Cortazar con il suo El Persecudor per trovare uno scrittore che, come diceva Boris Vian, " y pige" che, tradotto piuttosto liberamente, vuol dire "ci becchi". Per non parlare dei suoi interventi sulla musica ne Il giro del giorno in 80 mondi, dove il suo resoconto del concerto londinese di Thelonious Monk ci fa immaginare dei suoni assolutamente indimenticabili. A mio avviso i viaggi "dentro" la musica più straordinari sono stati compiuti da Thomas Mann e Marcel Proust.Mann, nel suo Doctor Faustus, in cui narra la storia di Adrian Leverkhun, compositore immaginario che nel romanzo inventa la musica dodecafonica ( e in questo Mann si avvalse della collaborazione di Schonberg) ci descrive, per bocca di Wendell Kretzschmar, geniale insegnante di Leverkhun, nel corso di una conferenza concerto, la Sonata per pianoforte op. 111 in un modo talmente realistico da riuscire a farci letteralmente ascoltare questo capolavoro assoluto di Beethoven come se qualcuno ce lo stesse suonando. E più tardi, nel corso del romanzo, descrivendoci le opere di Adrian Leverkhun riesce a darcene un'immagine talmente vivida da far prendere corpo e suono a queste composizioni, che nella realtà non sono mai esistite. 
La stessa cosa succede con Proust nella sua Recherche, con la sonata di Vinteuil. Anche qui, come con le opere di Leverkhun, una composizione immaginaria viene descritta in modo talmente musicale e talmente reale da diventare "suono". La "piccola frase" della sonata di Vinteuil, che è esistita solo nella mente di Proust, si trasforma in qualcosa che potremmo riprodurre su uno strumento , tale è la forza descrittiva di questo grandissimo genio.Ma con Proust il discorso si fa ancora più interessante se si esamina il mecanismo narrativo. Infatti, anche se ciò può apparire paradossale, il suo incedere è vicinissimo a quello dell'improvisazione jazz, che altro non è che una concatenazione di idee, di frammenti di memoria, che portano, a partire da una piccola frase e attraverso un gioco di riferimenti, a toccare le aree più disparate, per giungere a un punto a volte molto lontano da quello di partenza.Cosi' come Proust da una fragranza o da un colore ci trasporta nei meandri della sua memoria per poi magari arrivare in modo sublime a riflessioni sull'arte, sulla malattia o sull'amore. Ed è per questo che mi sento di poter definire Marcel proust il primo e unico "scrittore jazz".Enrico Rava, Incontri con Musicisti StraordinariFaccio miei i suggerimenti letterari di Rava, ai quali vorrei aggiungere almeno due opere, unarecente ed una di ieri. Parlo di Natura Morta con Custodia di Sax di Geoff Dyer e di E nemmeno un rimpianto di Roberto Cotroneo.   Natura morta con custodia di sax. Storie di jazz è un libro di Geoff Dyer edito nel 1993 dalla Instar Libri. È composto di sette storie, ognuna incentrata sulla biografia di un famoso personaggio della storia del jazz, intervallate dalla narrazione di un viaggio di trasferimento di Duke Ellington e del suo sassofonista Harry Carney. Il libro cerca di comunicare un quadro di riferimento estetico ed esistenziale ove situare l'esperienza e la storia della musica jazz, l'autodistruzione e l'ispirazione che fanno da corona alla creatività. Il senso del libro è anche discusso nella postfazione, in sette parti, che è essenzialmente un saggio sul jazz scritto dall'autore. Il titolo originale ("But Beautiful": "Però bello") fa riferimento allo standard omonimo, composto da Johnny Burke e Jimmy Van Heusen che vanta moltissime registrazione da parti di famosissimi jazzisti. Il titolo italiano si riferisce alla famosissima fotografia di Herman Leonard ("Cappello e custodia del sax di Lester Young") che è riportata sulla copertina. Il libro è corredato da una discografia. Si tratta di una delle opere più famose di Dyer, che ha vinto il Somerset Maugham Award nel 1992 e del quale il pianista Keith Jarrett disse: "L'unico libro attorno al jazz che ho consigliato ai miei amici. Una piccola gemma contraddistinta anche dal fatto di essere "attorno"' al jazz piuttosto che "sul" jazz. Se un grande assolo è definito dall'intensità con cui il suo materiale è percepito dall'autore, il libro di Dyer è un assolo."[Wikipedia)Il romanzo di Cotroneo, che ho appena terminato, è un viaggio immaginario (o no ?) nella vita di Chet Baker. L'autore dimostra innanzitutto un profondo amore ed una notevole conoscenza di Chet e della sua musica, ed è veramente significativa l'opera di cesellatura di termini e uso di parole intorno alla tromba e ai brani del musicista americano.Cotroneo scrive in maniera intrigante, sa avvincere e appassionare, e la storia, del tutto improbabile, riesce a convincere fin quasi all'epilogo. Una vicenda di come Chet avrebbe potuto essere e di come invece non è mai stato, ma la storia non è la componente più importante del libro, è solo un tramite per una straordinaria dichiarazione d'amore per l'uomo e la sua musica.