Mondo Jazz

TRA MUSICA JAZZ E POLEMICHE


L'uscita del numero di gennaio di Musica Jazz incentrato sul Top Jazz ha smosso di molto le acque del popolo internauta.Le perplessità di metodo di cui parlo da diversi anni (sostanzialmente riassumibili nella scelta autarchica e, secondo me, provinciale di premiare solo il jazz nostrano) sono approdate anche sulla rubrica che Franco Fayenz gestisce su Il Sole 24 Ore, e la notizia che Filippo Bianchi dopo undici anni lascia la guida del magazine è letta anche come segnale di crisi di una rivista che non riesce ad uscire dalle secche delle scarse quote di mercato.Quando ho commentato i risultati del Top Jazz ho scelto di non entrare nel merito delle valutazioni dei giornalisti intervistati, inopinabili come qualsiasi preferenza personale, e tanto meno ora mi permetto di fare comparazioni tra il lavoro svolto da Bianchi e quello dei suoi predecessori, non conoscendo le persone e non avendo riferimenti diretti.Le mie valutazioni sono quelle di un semplice lettore e appassionato, cresciuto con Musica Jazz fin dai tempi delle superiori, che pertanto è e rimane legato affettivamente ad un magazine che mi ha accompagnato in gran parte della vita.Ebbene, detto con tutto l'amore possibile, la rivista è veramente bruttina: una grafica inguardabile, un look "vecchio", un solco sempre maggiore tra la velocità delle nuove istanze rappresentate dal web e la lentezza del magazine ad adeguarsi al tempo che cambia, una linea editoriale inspiegabilmente concentrata sulla parrocchia locale, che pur in gran salute ha i suoi problemi ignorati però sulla rivista (vedi editoriali di Gerlando Gatto su OnLine-news.it), un appeal che interpreto come piuttosto deludente rispetto ad un potenziale nuovo lettore, un sito internet aggiornato poco frequentemente e sotto-utilizzato.Come se non bastasse, lo spazio di Musica Jazz su Facebook ha visto una overdose di commenti deliranti proprio sui risultati del Top Jazz. Polemiche per la maggior parte imbarazzanti per la violenza verbale e l'ego profuso, senza alcun senso dello humor e della realtà, ma molto indicative dello stato di tensione e di scontento esistente tra musicisti e appassionati. Più di 500 interventi, segno si di vitalità, ma anche di un notevole livello di frustazione e anche qui Gerlando Gatto credo colga nel segno nella sua disamina del Jazz made in Italy alla quale rimando gli interessati.LINK:http://www.online-news.it/2012/01/19/jazz-made-in-italy-una-struttura-piramidale-blocca-ogni-potenzialita/http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-01-09/rivista-musica-jazz-082722.shtml?uuid=Aa5Hi2bE