Mondo Jazz

CIALTRONI


   
......il nostro Rocker Esoterico non è assolutamente in grado di comprendere tutta l’articolazione della storia del jazz, ma solo le propaggini più iconoclaste, furiose, free appunto, che però oggi sono parte di un passato storicizzato e assimilato, tanto quanto Louis Armstrong. Inveisce contro quello che è il mainstream jazzistico contemporaneo ed è seriamente convinto che una manica di cialtroni come l’Italian Instabile Orchestra, o il noiosissimo Peter Brotzmann, siano più meritevoli di Terence Blanchard. Perchè? I primi fanno casino e stridono, Blanchard post-bop mainstream evoluto e raffinato, dunque sarebbe reazionario.(Ma la sai quella del rocker che si mette ad ascoltare il jazz?) dal sito: http://freefalljazz.tkArticolo stimolante quello sul  Freefalljazz dedicato alla "conversione" del rocker , figura immaginaria ma non troppo, verso la musica jazz, anzi, verso una sola delle correnti, quella più sperimentale e tosta, il free. Se molte delle argomentazioni sono ampiamente condivisibili, alcune considerazioni apparentemente secondarie mi sembrano invece del tutto da rigettare.L'impressione è che il redattore, stigmatizzando le scelte del "rocker esoterico" come lo definisce nell'articolo, reo di non comprendere la musica jazz nella sua completezza storica e nel suo divenire temporale preferendone gli aspetti più contemporanei, cada infine nello stesso errore. Quello cioè di determinare categorie artistiche, i "buoni" e i "cialtroni" come li definisce lo stesso autore. E definire cialtroni i musicisti che compongono l'Italian Instabile Orchestra non è ne simpatico ne indice di competenza, visto che gli stessi rappresentano quanto di meglio ha espresso il panorama nazionale in diversi decenni.Peter Brotzmann sarebbe poi "noioso" e sia il sassofonista teutonico sia l'orchestra italica sarebbero di gran lunga musicalmente meno appetibili di Terence Blanchard. Mi sembra ben poco corretto come modo di impostare il confronto. Personalmente considero eccellenti tutti e tre i nomi in oggetto, pur nella ovvia diversità di linguaggio espressivo. Blanchard lo ammirai giovanissimo nei Jazz Messangers di Art Blakey e mi sembrò subito un vero portento. Brotzmann lo ricordo nei primi anni del festival di Clusone in un trio energetico e pulsante con Han Bennink e Misha Mengelberg, poi in altre edizioni con Gunter Sommer e altri tedeschi (allora) dell'est. Un vulcano di idee, energia e humor.Della Italian Instabile Orchestra mi sembra perfino banale prendere le difese: si tratta della migliore orchestra italiana (e non solo) e basta andare ad un loro concerto per rendersi conto della qualità della proposta musicale. Però condivido alcune idee dell'autore di "Ma la sai quella del rocker che si mette ad ascoltare jazz ?": il passaggio repentino dal rock o dal cantautorame nostrano al jazz, vissuto e provocato da una concatenazione di diversi fattori socio-politici agli inizi degli anni '70 ha avuto molti effetti collaterali comici se non disastrosi che Negrodeath mette bene in luce (abbiamo tutti noi vecchi appassionati molti annedoti in proposito....). Anch'io ho attraversato quella stagione, e, come il protagonista del post, saturo di ogni corrente del rock ho cercato idee nuove e aria fresca nel jazz. In quello ribollente e magmatico di quegli anni, com'è logico per ogni giovane che vive il proprio tempo. Solo successivamente è partita la spinta a ritroso, sulle tracce dei grandi che hanno fatto la storia.A differenza del rocker esoterico a me sono piaciuti subito e molto anche i pre-boppers: l'immaginifico Ellington, lo stralunato Lester, il potente Hawkins, l'infelice Lady Day, in un percorso che mi ha portato alle sorgenti dove ancora oggi spesso mi piace tornare.Ho le mie preferenze e mie idiosincrasie, alcuni "grandi" mi piacciono meno di molti "minori", ma non mi verrebbe mai in mente di delegittimare grandi o piccoli musicisti con termini impropri e offensivi sopratutto senza motivare i giudizi improvvidi, ed in questo dissento con forza da Negrodeath.