Mondo Jazz

LA TEMPESTA PERFETTA


Non è luogo questo per commentare quanto successo in Italia centro-meridionale nei giorni scorsi: la tempesta di neve ha avuto dimensioni inimmaginabili, ma noi ci abbiamo messo certamente anche del nostro, facendoci trovare al solito impreparati e disorganizzati.Si viene colti da un mix di ironia e sconforto pensando che pochi centimetri di neve hanno bloccato per giorni scuole e uffici a Roma. Mai sentito niente di simile a Berlino o a Stoccolma, ma evidentemente lassù ci deve essere un clima tropicale.Tra le tante storie nate dalla bufera di maltempo e lette in questi giorni, una riguarda anche gli appassionatidi jazz. E' una lettera scritta da Italo Leali, direttore artistico di Tuscia in Jazz Festival, eccola:  Cari amici, vi scrivo per raccontarvi cosa è successo questo fine settimana a Caprarola. Come previsto da mesi si doveva tenere tre giorni di concerti e seminari all’interno delle scuderie del palazzo Farnese di Caprarola. Tutto era pronto, oltre 100 persone come allievi dei seminari, artisti e staff si erano già prenotate per quei giorni. Si annunciava un bellissimo successo per questa prima volta del festival a Caprarola, ma il tempo che ha colpito l’Italia in questi giorni ha frenato ma non fermato l’evento. Ora se si fosse trattato solo dei concerti avremmo sicuramente cancellato l’evento, ma trattandosi dei seminari ci sorgevano altri problemi.Delle cento persone previste ai seminari venticinque, sono riuscite, dopo avventure memorabili ad arrivare, ed era nostro dovere accoglierle e soccorrerle in quella bufera. Queste persone dovevano, come poi hanno fatto, dormire all’interno delle scuderie del palazzo Farnese. Se avessimo cancellato tutto queste persone di sarebbero trovate di notte sotto la bufera e senza un tetto. Con tutto lo staff, perlomeno quello giunto, abbiamo deciso dunque di procedere ugualmente.Un ringraziamento particolare va al comune di Caprarola che ci ha garantito il riscaldamento per tre giorni, ho visto assessori caricare a spalla i sacchi con i gusci di nocciole per la caldaia, e all’istituto alberghiero di Caprarola e la sua preside, che sabato sera ha aperto le cucine e mandato i cuochi per farci magiare. Uno dei problemi più gravi è stato proprio quello del cibo. Venerdì e sabato i ristoranti erano ovviamente chiusi, vista la neve e noi eravamo rimasti senza cibo e acqua.Fortunatamente venerdì prima che chiudesse, sono riuscito ad acquistare in un alimentari sotto le scuderie dell’acqua e del cibo (affettati e pancarrè) per la notte. Molti dei ragazzi che stavano arrivando poi si sono trovati in un’odissea incredibile. Due ragazzi che venivano dalla Puglia sono stati raccolti alle 3 di mattina sotto la bufera con l’auto bloccata da una famiglia di Carbognano che li ha ospitati per 2 giorni (un grazie da tutto il Tuscia in Jazz). Due ragazzi della repubblica ceca sono invece rimasti bloccati a Vignanello per 3 giorni. Un ragazzo inglese ed una ragazza tedesca ci hanno chiamato alle 14 di venerdì disperati da Saxa Rubra dove non c’erano più mezzi per arrivare a Caprarola ne per tornare a Roma.Fortunatamente uno degli insegnanti che era in coda da ore sul raccordo è riuscito a deviare per Saxa Rubra e dopo un viaggio di 13 ore a portarli a Caprarola. Di molti altri sappiamo che sono rimasti bloccati sulle autostrade italiane o direttamente, i più fortunati, nelle loro case. La neve però non è riuscita a fermare la musica. Le 25 persone chiuse e bloccate per tre giorni nella struttura non si sono fatte intimorire dagli eventi e per tre giorni hanno suonato e fatto lezioni 16 ore al giorno.A terminare questa tre giorni di jazz e stato il concerto di Gegè Telesforo, che nonostante il tempo è stato con noi a fare lezione e musica, ed il suo quartetto. Con l’amministrazione di Caprarola ci siamo già ripromessi di ripetere l’evento in novembre e regalare alla città questa iniziativa, che il tempo a reso possibile in forma ridotta ma non fermato.