Mondo Jazz

PISAPIA, IL SINDACO CHE IL TRASH SPAZZA VIA.....(SPERIAMO)


Ci sono le date dei concerti, ci sono i nomi delle star, ci sono i biglietti in vendita. C'è tutto. C'è perfino il nome dell'organizzatore della rassegna. Ma il Comune si ostina a dire che la stesura del calendario per il Milano jazzin festival all'Arena è ancora da decidere. E tenta di tirare il freno a mano. Il bando per organizzare le serate musicali della prossima estate sarà pubblicato entro il 10 marzo. (....)Intanto la società Four One si è portata avanti e ha già messo in agenda fior fior di artisti: Cranberries (4 luglio), Marilyn Manson (11 luglio), Kasabian (18 luglio), Beach boys (27 luglio), Alice Cooper (31 luglio). E se non dovesse vincere il bando per l'Arena? «Gli artisti verranno lo stesso a Milano - spiegano alla società di eventi, rassicurando i fans - Cambieremo solo la location». «Per ora è tutta teoria» ribadiscono in Comune. Insomma, l'organizzazione procede a due velocità ben diverse: da un lato il mercato dei concerti che, per affari, non stanno certo ad aspettare i tempi del Comune di Milano. Dall'altro l'apparato amministrativo, lento, che arriva sempre dopo, a cose fatte. E che, questo sì, rischia di far saltare i concerti già annunciati come certi dai siti web. Il dubbio sorge a scorrere i nomi degli artisti sui programmi on line: rockettari satanici non più di primo pelo, spacca-timpani simil metal che poco avrebbero a che fare con lo spirito della rassegna estiva dell'Arena. La programmazione dei concerti si chiama pur sempre Milano jazzin festival. E qualche tocco di jazz ce lo si aspetta pure nel calendario di luglio. Poi, per carità, vanno benissimo anche gli Alice Cooper di turno, ma non ci si può discostare più di un tot dalla filosofia del festival. In questo senso il bando comunale può nascondere qualche sorpresa. Le ipotesi sono due: o si decide di riscrivere i programmi musicali, ringraziando il signor Manson e il signor Cooper per la disponiblità ma invitandoli a ritirare i trucchi nella trousse. O si decide di accettare la proposta che i promoter hanno lanciato sul mercato «senza l'oste» e, magari, di cambiare nome alla rassegna dove di «jazz» resta solo il nome. (Maria Sorbi, Il Giornale, 21 febbraio 2012)