1.Wasted & Wanted - 03:35 (Wollny, Michael) 2.Symphony No. V, Mov 1: Trauermarsch - 03:36 (Mahler, Gustav) 3.Metall - 03:51 (Kruse, Eva) 4.Blank - 05:31 (Schaefer, Eric) 5.Kulintang - 03:21 (Schaefer, Eric) 6.Cembalo Manifeszt - 03:13 (Schaefer, Eric) 7.Wasserklavier - 02:40 (Berio, Luciano) 8.Ihr Bild - 04:51 (Schubert, Franz) 9.Nr. 10 - 03:30 (Kruse, Eva) 10.Das Modell - 04:09 (Huetter, Ralf / Bartos, Karl) 11.Dario - 03:47 (Wollny, Michael) 12.Whiteout - 05:11 (Wollny, Michael) Line Up: Michael Wollny / piano, spinett Eva Kruse / bass, glockenspiel Eric Schaefer / drums, kulintang, melodica Produced by Guy Sternberg Executive Producer: Siggi Loch Recorded August 2011 at FWL Studios Leipzig . Cover art: Love is the Drug (Detail), 2011 by Daniel Richter / ACT Art Collection Limited Edition Michael Wollny è senza dubbio uno dei musicisti europei più interessanti, e questo nuovo album per ACT ne è vibrante conferma. Il trio è ben amalgamato, e sa far fruttare al meglio le diverse provenienze e influenze di ognuno. Se Wollny è un pianista di forte personalità, con un cospicuo background di musica colta alle spalle, il batterista è una forza dirompente ed ha un accento marcatamente rock, pur avendo nel repertorio le sottigliezze e le poliritmie di un jazzista. Eva Kruse è il saldo baricentro sul quale si snodano le diverse direzioni che il trio intraprende di volta in volta.Nell'album c'è l'incontro e l'assimilazione delle differenti personalità compositive del trio ma anche la rivisitazione di brani classici, da Berio a Schubert, interpretando anche Mahler e per finire, perfino la trasformazione di un pezzo dei Kraftwerk con la stessa mano lieve, danzante e sognatrice che fa si che ad un ascoltatore ignaro tutto sembri provenire dalla stessa penna.La musica è un brand dove energia e visionarietà si integrano in colori tinti ora di soffusa malinconia ora di estatico lirismo. Dei molti album che girano nel mio lettore in queste settimane certamente Wasted and Wanted è quello che per primo ha catturato la mia attenzione, ed ascolto dopo ascolto mi ha fatto partecipe e convinto assertore della intrinseca qualità che permea il lavoro di questi tre ragazzi.Se un termine di paragone fosse possibile, questo trio mi ricorda i bravi e sfortunati svedesi E.S.T. Come loro, nell'impasto musicale la tavolozza si tinge di più gradazioni, a loro differenza qui è completamente assente l'elettronica. Come Svensson anche Wollny ha influenze che pescano sia dal versante colto che da quello rock ed entrambe le sezioni ritmiche sono in grado di mutare rapidamente pelle. Il tocco di Wollny è emozionante, forse non si tratta di un timbro che immediatamente fa pensare ad un pianista jazz, ma come Esbjorn sa catturare, creare mistero, contemplazione, swing. V A L U T A Z I O N E : * * * *