Mondo Jazz

FETTE DI SALAME


"Under the guise of “citizen journalism”—a term that covers a multitude of sins—anyone with an MP3 player and an opinion can now get equal footing with professional music journalists." (James Hale) Esce domani il nuovo album di Esperanza Spalding,Radio Music Society, che potete ascoltare integralmente sul sito della radio americana NPR: http://www.npr.org/2012/03/11/147979893/first-listen-esperanza-spalding-radio-music-society?ps=mh_flPer onor di cronaca, e per avvalorare la tesi di James Hale, giornalista e critico del Down Beat, dico subito e chiaramente che si tratta di un album pop, patinato e pregevole nei testi e nella costruzione quanto facilmente e immediatamente dimenticabile nella sostanza.Insomma un prodotto dell'industria e non dell'arte. Ma questo è il mio parere, quello di un "citizien journalist" sempre per parafrasare Hale. Il quale nel suo blog, Jazz Chronicles, riporta l'intervento scritto per l'annuale conferenza della Association of Writers and Writing Programs, in cui appunto detta le giuste regole per scrivere di musica.Una specie di decalogo stile dieci comandamenti, i più ampiamente condivisibili, da seguire prima di mettere le mani sulla tastiera. Hale pare prendersela con colleghi dalla vocazione dubbia o estemporanea, con un magazine americano (Spin) che ha sostituito le recensioni musicali con giudizi ripresi da Twitter e, presumibilmente, con il proilferare di bloggers che (s)parlano di musica (ehm...).Difficile non essere d'accordo con lui, ma forse Hale non vede quella che a mio parere è la vera discriminante tra giornalisti e dilettanti: il profitto.Il blogger scrive per passione, spesso con insufficiente cognizione, con sintassi e lessico improbabili, con fuoco invece che con equilibrio. Ma lo fa disinteressatamente, e se non ha costanza e capacità di presa finisce inevitabilmente per mollare dopo poco.Il critico musicale non è sempre un professionista inappuntabile: qualche volta antepone l'interesse privato. Quante recensioni taroccate, album e musicisti osannati in maniera sospetta, festival dal programma  demenziale portati in palmo di mano (è difficile sputare nel piatto dove si mangia....), insomma un vero campionario di nefandezze che mi farebbe venire il desiderio di scrivere dei contro-comandamenti da sottoporre a Hale.Giusto per far capire che l'appassionato anche se è solo un dilettante non sempre ha le fette di salame sugli occhi....  http://jazzchronicles.blogspot.com/2012/03/professing-professionalism.html