Mondo Jazz

JAZZ DIALOG


In questi giorni seguo su diversi blog alcuni post con relativi dibattiti a mio giudizio più che interessanti. Inizio dal Festival Jazz di Bergamo del quale anch'io ho parlato per quanto riguarda la giornata di sabato 24 marzo.Enzo Bettinello recensisce le tre giornate su Il Giornale della Musica, tra l'altro con notevole sintonia con quanto anche da me scritto, e traccia alla fine un bilancio del festival che mi sento di condividere pienamente.Una discussione partita su A Proposito di Jazz e sviluppatasi anche su Mi Piace il Jazz riguarda l'importanza storica  della casa discografica Blue Note. Interventi di qualità  hanno elevato il livello fino a portarlo, credo, ad aver sviscerato a fondo la diatriba. Nessuno però, se non marginalmente, ha toccato il tasto delle scelte contemporanee della Blue Note, più improntate alla redditività che non alla qualità.La pubblicazione dei risultati del Jazzit Awards 2011 ha dato vita su Jazz From Italy a delle considerazioni interessanti che si sono ulteriormente arricchite con gli interventi di Luciano Vanni di Jazzit e di Luca Conti di Musica Jazz. Mi sembrano particolarmente significative le parole di Conti, che esprimono una reale volontà di confronto e di cambiamento del magazine, idee dimostrate con la sua puntuale presenza sul web e disponibilità al dialogo. Credo che la storica rivista sia in buone mani.Vanni difende la bontà e le scelte dietro al suo Jazzit Awards, e in effetti va riconosciuto che le storture della scorsa edizione a prima vista sono state corrette. A suo dire il referendum non ha volutamente preso in considerazione il web in tutte le sue ramificazioni per evitare conflitto di interessi. Può darsi, ma sarebbe bastato escludere dai risultati Jazzit ed i suoi redattori , il risultato non sarebbe stato completo ma certo significativo di una realtà ormai preponderante e impossibile da ignorare.Infine sia su queste colonne che di nuovo su Mi Piace il Jazz si parla e si critica la figura di Cecil Taylor. Mi sembra opportuno ribadire che a prescindere dal gusto personale Taylor è a tutti gli effetti un personaggio che ha fatto la storia della nostra musica e come tale va considerato.Di lui ho in memoria molti concerti: l'ultimo, a Reggio Emilia nel 2007, lo ha visto protagonista di un solo di circa mezz'ora talmente denso e impregnato di lirismo da spazzare via qualsiasi obiezione sulla sua leggibilità.Ma nei miei ricordi Taylor lo associo all'ultima apparizione di Max Roach a Milano. Concerto in duo per la rassegna di Gianni Gualberto al Manzoni: oltre due ore divise in due set singoli ed in una parte finale in duo. Roach già camminava con passo incerto, ma seduto dietro pelli e cimbali era il gigante di sempre.Taylor probabilmente più che un vero dialogo ha sempre cercato stimolo, supporto e intersezione con gli altri musicisti. Forse l'unico che è riuscito davvero ad avere un reale interscambio è stato Bill Dixon, ma memorabili rimangono gli album per Free Music Production in cui il pianista è colto dal vivo in un festival a Berlino a lui dedicato che lo vedeva ogni sera accompagnato da un diverso batterista. Sfolgoranti e bellissimi i duetti con Luis Moholo e Gunter Sommer: non solo energia, ma anche fantasia, suggerimento, suggestione. Tutti i link:http://www.giornaledellamusica.it/http://mipiaceiljazz.blogspot.it/http://www.online-jazz.net/wp/http://jazzfromitaly.blogspot.it/L'acrilico che riporto come immagine si intitola Jazz Dialog, vedi il sito:  http://www.studio-beverast.de/overview/especially-jazz-art/