Mondo Jazz

JAZZ IS VOICE OF FREEDOM


Herbie Hancock dallo scorso luglio è stato nominato Goodwill Ambassador dall'Unesco. Una sua iniziativa forte è stata sostenuta e approvata dall'organizzazione internazionale e dunque il 30 di aprile di ogni anno diverrà la Gionata Internazionale del Jazz, data che coincide negli Stati Uniti con l'ultimo giorno di celebrazioni del Jazz Appreciation Month.Iniziative e grandi concerti sono previsti a New York, New Orleans, Parigi (dove suonerà Hancock), e via via in gran parte dei paesi di tutto il mondo, Italia compresa (concerto gratuito il 30 aprile nella Sala Petrassi a Roma del trio composto da Danilo Rea, Enzo Pietropaoli e Jeff Ballard).Tra le varie motivazioni a supporto della giornata sicuramente va ricordata la frase di Hancock che riassume ed esemplifica una valenza riconosciuta, spesso oltre i pregi puramente musicali della musica afro-americana: "Il Jazz è stata la voce della libertà in tanti paesi, per oltre mezzo secolo".Tra le iniziative di contorno spicca quella della JJA, la Jazz Journalist Association, che organizza un vero e proprio Blogathon: tutti i bloggers possono partecipare con un articolo che parli del Jazz Day 2012, meglio se riferito alla propria comunità e al proprio paese.Tutti i post, non importa in che lingua, finiranno poi su una enorme lavagna virtuale che rimarrà sul sito della JJA.
 Fatto il riassunto delle iniziative principali e collaterali, poichè ho deciso di partecipare al Blogathon, non mi rimane che parlare a questo punto della realtà italiana, e lo voglio fare occupandomi della Guida al Jazz in Italia, il volume a cura di Jazzit che riassume in 224 pagine gran parte delle realtà italiane: oltre 1200 voci tra festival, rassegne, jazz club, negozi di dischi, etichette discografiche, distributori, agenzie di management, studi di registrazione, editori e riviste specializzate.Si tratta di una iniziativa che non ha precedenti, e per quanto ovviamente presenti scelte discutibili, è di importanza notevole per chiunque voglia accostarsi alla scena italiana della musica jazz trattandosi di un tentativo primigenio di mappatura e censimento di ogni realtà esistente.Tolgo subito le castagne dal fuoco e parlo degli aspetti che a me sono piaciuti meno: troppa pubblicità, che oltretutto ostacola una corretta consultazione del libro. Costo piuttosto elevato, ma aggirabile mediante l'abbonamento al magazine bimestrale Jazzit. Nessuno spazio al jazz in rete in lingua italiana: ignorati blog, web-zine, portali e archivi.D'altro canto invece ci sono, credo, praticamente tutte le rassegne nazionali divise per regioni con gli indispensabili indirizzi web, nomi di enti e direttori artistici, indirizzi e numeri di telefono. Si tratta di un lavoro arduo e necessariamente in divenire, difatti è annunciata una nuova edizione nel corso dell'anno, ma assolutamente meritorio e indispensabile.