Mondo Jazz

IN DUE MILIONI A MONTREAL


Grande successo di pubblico e qualche inevitabile mugugno anche a Montreal, dove ci si pongono più o meno le stesse domande che ci facciamo anche noi. Ecco la cronaca: Più di due milioni di appassionati sono arrivati nella città più popolosa del Quebec, per la 33esima edizione del Montreal International Jazz Festival. Iniziata il 28 giugno e lunga un mese, con oltre 3mila musicisti e artisti provenienti da circa 30 paesi diversi, la kermesse canadese, riporta la Bbc, si autocelebra come una "enorme compilation che ha nel jazz il suo punto forte". A scorrere i nomi in cartellone, tuttavia, qualche critico ha azzardato: "Il jazz è morto". Sono in programma mille concerti e attività, la maggior parte gratuiti, in 15 teatri e in 8 palchi all'aperto. "E' una delle più belle feste della musica", ha commentato il direttore artistico Andre Menard. Tra le star che si esibiranno ci sono i big del jazz, tra cui Wayne Shorter, Stanley Clarke, Melody Gardot, Norah Jones ed Esperanza Spalding. In cartellone anche l'idolo pop canadese Rufus Wainwright e l'artista britannico Seal, nomi che hanno fatto storcere il naso ai puristi, che hanno lamentato un "annacquamento" del genere. "Il nostro festival include musica vicina al jazz, senza essere jazz", ha spiegato il direttore Menard. Il Montreal Jazz Festival è diventato un grande appuntamento da quando è stato lanciato nel 1980. Attorno all'evento, tuttavia, divampa la polemica sull'attuale stato della musica di New Orleans, con alcuni critici che danno il genere per defunto. "Il jazz era popolare negli Anni '40 - ha spiegato il musicista Tim Richards - poi è arrivato Elvis Presley e non è più stata la stessa cosa". Il professore Stuart Nicholson, autore di "Is Jazz Dead? (Or Has it Moved To A New Address?)", rimane ottimista: "L'impulso creativo del jazz si è trasferito dall'America all'Europa, si tratta di una fase molto interessante del jazz", ha spiegato.Fonte: www.tmnews.it