Mondo Jazz

NOIA ESTIVALIERA


Vivere a pochi chilometri dal confine svizzero presenta una serie di vantaggi e svantaggi: tra i primi va sicuramente annoverata la possibilità di vedere i 4 canali televisivi elvetici, decisamente di un'altro livello rispetto alla maggioranza dei programmi italiani generalisti cosi' sciatti e insulsi.Ad esempio, l'Estival (Jazz) di Lugano è ripreso in diretta integrale per tutte e tre le serate. Sicchè, senza dovermi sobbarcare una trasferta piuttosto impegnativa in termini di tempi, ho la possibilità di vedere da casa comodamente seduto lo svolgersi delle tre serate.Innanzitutto una prima osservazione: dalle insegne e dalle parole dei presentatori è scomparsa la parola Jazz. Estival e basta. Ed era ora, visto che oramai la rassegna luganese arrivata al 34° anno, da parecchio ha perso per strada tutto ciò che originariamente ne costituiva l'essenza.Scelte, naturalmente, confortate da una piazza piena e da una diretta televisiva. Business che ha preso il posto di quello che c'era prima. Inutile rimpiangere, il pubblico cambia ed è sempre pronto ad applaudire qualsiasi cosa.I toni di Jacky Marty e della sua collega sono quelli di Fazio a Che Tempo che fa: tutti coloro che passano dal palco sono "eccezionali", "formidabili", e via con i superlativi, spesso a dispetto della verità oggettiva.Ma tant'è, passiamo alla musica, o perlomeno a quella che sono riuscito ad ascoltare prima di essere schiantato dalla noia e dal piattume di un cartellone senza grandi idee o grandi personaggi.Ovviamente i miei pareri sono del tutto personali e non ho pretese di essere condiviso, anzi, visto il tipo di pubblico che presenzia a Lugano mi aspetto dure reprimende da qualche incauto che cercando conferme alla serata di "grande musica" passa casualmente da qua .Inizio con Raul Midon e Lizz Wright, sulla quale riponevo le mie attese di un concerto almeno con qualche affinità con il jazz.Nulla di tutto questo, i due si presentano rispettivamente con chitarra e bongo ed il sostegno di un bassista ed un batterista, dando vita ad un set di natura cantautorale e intimista. Belle voci, sopratutto Lizz, ma due palle stratosferiche. Perfino il pubblico, a Lugano notoriamente abituato a digerire bufale, mi è parso timido ed annoiato.Non va meglio neanche con con il duo maliano Amadou e Mariam: spesso danno la sensazione di avere qualche problema di intonazione, ma sopratutto è la proposta musicale ad essere poco stimolante. Più mossa rispetto al primo set, e ci voleva poco, è però prigioniera dei soliti luoghi comuni della musica africana imparentata con il rock. Un batterista picchiatore, due coriste e ballerine di pura immagine, e la solita apparente immobilità della musica che dopo un'ora farebbe piombare nel sonno catatonico perfino un insonne collaudato oppure, visto in tivù, può far ballare buona parte di una piazza che non distingue più la noia dal divertimento. Non basta a sollevare il concerto la visibile buona vena chitarristica di Amadou.Mi riconosco nella figura dell'insonne pentito e non ho il coraggio di aspettare Sheila E, il terzo "formidabile" nome della serata. Chissà che cosa mi sono perso.....Se non vengo colto dalla depressione ci risentiamo domani notte....