Mondo Jazz

TINO TRACANNA - ACROBATS (ABEAT) 2012


MUSICISTI: TINO TRACANNA: sassofoni MAURO OTTOLINI: trombone PAOLINO DALLA PORTA: contrabbasso ANTONIO FUSCO: batteria e percussioni ROBERTO CECCHETTO: chitarra elettrica Strano destino quello di Tino Tracanna, leader di questo superbo quintetto e autore di tutti i brani dell'album: da almeno trent'anni è un professionista di valore unanimemente riconosciuto, ha fatto parte per un decennio del gruppo di Franco D'Andrea e da oramai tre decenni è il sassofonista del quintetto di Paolo Fresu, eppure non è mai entrato in quel cono di luce che permette ad alcuni jazzisti italiani di figurare sui media, partecipare a programmi televisivi, scrivere libri e, di fatto, rappresentare un intero mondo musicale, sicuramente  molto più apprezzato in altri paesi rispetto al nostro, che è molto più variegato e complesso di quello che quotidiani e televisioni vorrebbero rappresentare.Nel 1976 partecipai alla prima edizione del Festival Jazz di Lovere; ero seduto nella tribuna dello stadio dove si svolgeva l'evento e davanti a me, in compagnia di altri redattori di Musica Jazz, c'era Arrigo Polillo. Sul palco si esibiva una orchestra, anzi, l'Urkestra come con humor e ovvi riferimenti a Sun Ra si erano  appellati i giovani musicisti che ne facevano parte. Ricordo che Polillo al termine, commentando il concerto con gli altri giornalisti affermava che essendo un gruppo molto giovane, sicuramente, alcuni di loro si sarebbero fatti apprezzare in futuro.Tracanna ero uno di quei musicisti, e le parole di Polillo sono state profetiche. Questo nuovo album è sicuramente tra le opere migliori del sassofonista, che si circonda di ottimi patners in grado di colloquiare alla pari e di partecipare con freschezza creativa ad uno dei migliori compact usciti quest'anno in Italia.Le otto tracce presenti in Acrobats dipingono un quadro ispirato ad un energico e frizzante free-bop, con assoli calibrati e mai eccessivi, e sopratutto con temi di bellezza immediata e palpitante. Una carta vincente è sicuramente rappresentata dai lampi elettrici che scaturiscono dalla chitarra di Cecchetto, aggressiva e prepotente, ma anche la calda voce del trombone ed il suono pieno e carico di liricità del soprano giocano un ruolo preponderante nella piena riuscita del progetto.Igor Sneezes e Dundun sono i brani che si impongono con prepotenza, ma i ripetuti ascolti poco a poco svelano anche le sottigliezze e le malie di Pagan Deity, New Mind Lines e Scie. Come veri acrobati i cinque musicisti spaziano tra tradizione jazzistica e la multiforme proposta contemporanea, sperimentando e fondendo le diverse personalità nel crogiuolo fatto di groove e lirismo.V A L U T A Z I O N E :  *  *  *  *