Mondo Jazz

GUIDO MANUSARDI: SONO UN PIANISTA BOP E ME NE VANTO


GGuido è un mio concittadino, nato in questo piccolo borgo dell'alta Lombardia dove vivo, anche se oramai quassù ci torna raramente.In quelle rare occasioni in cui ci si ritrova, il piacere della compagnia scatta quasi come fosse un rapido riconoscimento tra patrioti. D'altronde in un paese di circa settemila abitanti poter parlare di jazz non è facile, gli appassionati si contano sulle dita di una mano, e le dita non servono nemmeno tutte...Credo che molti conoscano il percorso artistico di Manusardi: una lunga carriera, buona parte della quale passata in gioventù tra Svezia e Romania. Poi il ritorno in patria, dove le già scarse occasioni di lavoro erano pregiudicate da chi, guardando il suo passato, lo sospettava a torto di simpatie politiche, mentre dall'altra sponda i pregiudizi erano rovesciati con pari risultato occupazionale per il nostro.Insomma uno scomodo, anche perchè Guido dice quello che pensa senza farsi pregare, lo si evince facilmente anche dalla bella intervista di Nicola Gaeta sul numero in edicola di Musica Jazz. Le sue opinioni non sono mai scontate ne banali, sia che parli di se stesso sia che risponda dando giudizi su colleghi.L'intervista è un fuoco di fila di affermazioni: "Mehldau è bravo, ma se devo sentire lui preferisco Bill Evans, più completo." "Jarrett mi piace abbastanza, anche se quando lo sentii suonare non mi parve cosi' bravo come dicevano". " Dire che l'Italia rappresenti qualcosa di significativo nel jazz lo ritengo un pò eccessivo." "L'espressione jazz made in Italy mi fa sorridere."" Fred Hersch è interessante per come sa esporre l'armonia, anche se da quel punto di vista è difficile competere con Bill Evans.""Tra gli italiani Dado Moroni è un ottimo pianista, e Franco D'Andrea e Enrico Pieranunzi..." "Il jazz di Powell esercita su di me un fascino inebriante, coinvolgente: per me, il vero jazz.""La poesia del passato non c'è più. Molti musicisti di oggi non hanno swing: suonano tutti bene, con assoluta padronanza dello strumento, però non hanno più feeling."I dischi da cui non si può prescindere: "quelli del quintetto di Miles con Garland, Coltrane, Chambers e Joe Jones. E tutti i dischi di Bill Evans. Mi piace Lena Horne: non ha una grande voce ma le sue doti di interprete sono fuori dal comune.""Il virtuosismo non mi ha mai granchè interessato: i vocalizzi di Ella Fitzgerald mi lasciano piuttosto indifferente e neanche il fraseggio bop di Charlie Parker mi emoziona più di tanto. Oggi preferisco l'intensità, le emozioni, le rarefazioni."  Tutto si può dire, si può essere d'accordo o in disaccordo, ma di sicuro Guido ha personalità, idee proprie e non le manda a dire dietro giochi di parole. Una rarità.