Mondo Jazz

LA MUSICA PASSIVA E' COME IL FUMO


Un aspetto di cui non ho parlato nel mio breve resoconto di impressioni dal viaggio in India è quello prettamente musicale.Nei quindici giorni trascorsi per le strade del Rajasthan occasioni di ascoltare musica e musicisti, sopratutto per strada e nei templi, non sono mancate.Bilancio però ben poco appetibile: il più delle volte, appena riconosciuti come occidentali, siamo stati accolti con le improbabili note di Frere Jacques (sigh !) nella speranza di raggranellare qualche moneta.E' andata molto meglio nei templi dove l'ascolto dal vivo della musica qawwali per harmonioum o tambura, tablas e voce mi è parsa molto in armonia con il raccoglimento e la partecipazione dei pellegrini. Musica religiosa ma interessante ad un orecchio curioso e allenato.Disastroso l'approccio negli hotel, dove il più delle volte colazione e pranzo si sono svolti tra raccapriccianti brani di Kenny G o finta new age pseudo indiana. E' vero che ad accorgesene ero praticamente il solo, ma è ora di spezzare una lancia contro la musica passiva.Fa male, non dico come il fumo, ma comunque intossica. Basta dentisti sintonizzati su Radio DJ, ipermercati dove imperversa Emma, locali e bar, quelli progressisti, con Allevi a farla da padrone.Ridateci se non della buona musica, almeno il silenzio.