Mondo Jazz

THE END OF JAZZ ....OR NOT


Segnalo due articoli a mio modo di vedere particolarmente interessanti comparsi su due siti web americani e che riguardano lo stato di salute della nostra musica visto da un ottica particolare: gli standards.Benjamin Schwarz in un pezzo dal titolo Come la musica più vibrante d'America è diventata una reliquia e Scott Timberg con Come l'american songbook ha ucciso il jazz tracciano una analisi scoppiettante ed irriverente sull'importanza degli standards per la crescita, il consolidamento e lo sviluppo della musica afro-americana, e come, dopo tanti decenni, essi siano ormai logori e usurati,e sopratutto mai innervati da nuove moderne composizioni.Si prendono in considerazione molti fattori, iniziando dalle diverse impostazioni armoniche e melodiche dei brani tratti da opere o musical o dai film d'epoca e i moderni pezzi pop e rock, dai tratti troppo semplificati e modesti tanto che in quasi nessun caso sono riusciti a dare vita ad un nuovo songbook.Si citano  musicisti di primissimo piano, come Sarah Vaughan ed il suo album dedicato ai Beatles o Herbie Hancock con il suo New Standards in cui compaiono composizioni di Sade, Stevie Wonder, Kurt Kobain senza per questo riuscire ad andare oltre un "immediatamente dimenticabile" come scrive  Timberg.Anche i jazzisti italiani si sono molto cimentatii in questo ambito: gli album infarciti di canzoni saccheggiate al pop e ai cantautori si sprecano, tutti con la stessa impostazione di base: il tema, ben riconoscibile, e qualche assolo, senza nessuna considerazione verso metrica e armonia, limitandosi a "jazzificare" banalmente il tutto . Una modalità a mio parere, del tutto insufficiente, tant'è che la stragrande maggioranza di questi dischi fa largamente rimpiangere le canzoni originali, ed è, appunto, "immediatamente dimenticabile".Tornando agli autori americani è difficile fare una sintesi dei due articoli, troppo corposi per essere compressi in uno spazio "veloce" come un blog senza essere forzati e in parte travisati. Lettura stimolante più nelle analisi e nelle citazioni dei musicisti che non nelle conclusioni, consiglio pertanto agli interessati la lettura direttamente dai link:http://www.theatlantic.com/magazine/archive/2012/11/the-end-of-jazz/309112/1/http://www.salon.com/2012/12/24/did_the_american_songbook_kill_jazz/