Mondo Jazz

FIRST SONG


Quest'oggi vorrei invitarvi all'ascolto di un brano che è entrato nella storia della musica jazz per la particolare e meravigliosa esecuzione che ne fecero Stan Getz (il cui vero nome è Stanley Gayetsky e nasce a Filadelfia il 2 febbraio 1927) al sassofono tenore e Kenny Barron al pianoforte durante un concerto a Copenhagen, di cui abbiamo fortunatamente una fantastica registrazione live in un doppio CD che si chiama "People Time". Il brano che per primo mi capitò di ascoltare e che non ho più dimenticato è "First Song (For Ruth)" di Charlie Haden. Anche se stava morendo per un devastante cancro al fegato, Stan Getz sceglie la combinazione più difficile per le sue ultime apparizioni pubbliche: il duetto, sax tenore e pianoforte, con il magnifico Kenny Barron. Questi due CD sono stati registrati dal vivo a Copenhagen, presso il famoso "Café Montmartre", dal 3 al 6 marzo 1991. In "People Time" notiamo la presenza di Kenny Barron che dal 1986 fino alla scomparsa del grande sassofonista è sempre presente in tutte le registrazioni a nome Stan Getz. Si erano conosciuti nel 1970 a Londra, avevano fatto un paio di tournée e nell'estate del 1987 avevano girato per sei settimane in Europa. Da quei concerti, che toccarono anche Perugia in una serata memorabile in cui si esibì anche il quartetto di Dexter Gordon, sono stati tratti due dischi meravigliosi, "Serenity" e "Anniversary", registrati il 6 luglio al Café Montmartre di Copenhagen con una formazione che comprendeva anche Rufus Reid al contrabbasso e Victor Lewis alla batteria. "People Time" è un disco imprescindibile per ogni appassionato, due ore di musica che rappresentano uno dei vertici raggiunti dall'arte musicale di Getz: il pianismo di Barron, "protettivo" e non "antagonistico" (come ad esempio fu quello di McCoy Tyner per Coltrane) è perfetto per il tenore lirico e soave di Getz, comunque impeccabile nonostante la malattia lo costringesse a chiedere a Barron di improvvisare per riprendere fiato. I due brani più toccanti sono la commovente "First Song (For Ruth)" di Charlie Haden e il brano "Soul Eyes" di Mal Waldron, esecuzioni per cui non resta che l'aggettivo sublime. Kenny Barron al piano e' qualcosa di stupendo, Stan Getz entusiasmante e commovente, suona con l'anima, portando dentro di sè tutto il dolore di un male incurabile al quale si sarebbe dovuto arrendere pochi mesi piu' tardi, il 6 giugno 1991, a Malibu (California).La sua sofferenza traspare nelle note magiche che libera nell'aria e che si muovono come sempre con straordinaria eleganza tra il rumoreggiare del ghiaccio nei bicchieri di un pubblico stupito. "First Song (For Ruth)" è una delle cose più belle, più tristi che la musica jazz abbia avuto, mentre il resto del disco è bellissimo ma non altrettanto triste, ma vale la pena per questo pezzo che stravolge l'anima. Non bastasse la musica, Getz la dedica a sua moglie, morta di tumore poco prima di quel concerto. In particolare l'interpretazione di "First Song (For Ruth)" esprime un concentrato commovente di bravura, malinconia e poesia di un grande musicista che sa di essere alla fine della sua carriera. Durante tutto il brano il grande Kenny Barron lo accompagna al pianoforte facendo scivolare in sottofondo le sue note in maniera magistrale, mettendo in risalto la melodia e la voce del sassofono con grande sensibilità, fino ad esprimersi in un assolo di grande effetto. Quando, in un secondo momento, rientra Stan Getz, la sua musica viene salutata da un'ovazione del pubblico presente. In tutto il brano la coppia esprime un lirismo senza uguali, regalandoci, in un affiatamento unico, un brano di musica da considerarsi davvero ETERNA.Andrea FalconeAl commento postato su You Tube aggiungerei solo poche considerazioni. Di quelle serate di marzo al Cafe Montmartre, locale di cui anch'io serbo un ricordo indelebile (una serata estiva di più di 35 anni fa con Old and New Dreams con Charlie Haden, Eddie Blackwell, Don Cherry e Dewey Redman), è poi uscito un magnifico cofanetto di sette compact disc, anche se va riconosciuto che nel doppio originale è racchiuso sicuramente il meglio.Non ho mai vissuto First Song come musica triste; melanconica, intimista, di straziante liricità ma senza tristezza. Ognuno però riesce a vedere nella musica quello che probabilmente il proprio stato d'animo suggerisce. Infine, i brani toccanti sono molto più di due, per il resto condivido ampiamente l'entusiasmo con il quale Andrea ha descritto questa splendida musica e quegli splendidi musicisti.