Mondo Jazz

TORINO A LA CARTE


Il Festival Jazz di Torino scopre le carte ed il piatto si annuncia ghiotto e prelibato. Molti i concerti interessanti ma anche le iniziative collaterali non sono da meno. Prevedendo di partecipare, anche se solo per pochi giorni, ho pensato di scaricare e stampare  il programma: adesso ho per le mani un fascicolo alto come un libro...Posto il link per tutti coloro che sono a caccia di informazioni, segnalando che sul sito è attivo anche un blog del festival ricco di ulteriori informazioni e video. Come il jazz è per definizione una creatura mutevole, anche il Festival torinese torna per la sua seconda edizione in una veste totalmente rinnovata con un programma ancora più ricco di eventi che non si esauriscono al solo aspetto musicale ma spaziano attraverso tutte le arti, dalla letteratura al cinema alla fotografia. Dopo il successo dello scorso anno, con oltre 100mila spettatori nonostante la pioggia battente, dal 26 aprile al 1 maggio la città riscopre la sua vocazione jazzistica che affonda le radici negli Anni Venti e si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto per ospitare grandi nomi del genere in arrivo da tutto il mondo. Sei giorni di concerti gratuiti, progetti speciali e prime nazionali che vanno a creare un vero e proprio mosaico di musiche, libri, voci, film e performance che lo spettatore potrà disegnare e percorrere secondo il proprio gusto. L’anteprima Un assaggio della kermesse firmata dal neo direttore artistico Stefano Zenni si potrà già avere dal 14 al 25 aprile. Concerti in piazza e tre appuntamenti dedicati alla figura femminile nel jazz animeranno le strette vie di Borgo Dora e Porta Palazzo e i locali di Borgo Rossini e Aurora. Sul palco professionisti affermati come il pianista Riccardo Zegna, ma anche giovani promesse come Gabriele Evangelista. Il Festival Venerdì 26 finalmente si entra nel vivo della rassegna che ha il suo cuore pulsante in piazza Castello e piazzale Valdo Fusi. Il concerto d’apertura all’ombra di Palazzo Reale è affidato al trombettista jazz più conosciuto al mondo, Enrico Rava, che porta in scena con l’Orchestra del Teatro Regio una produzione originale creata per il TJF, e alla Torino Jazz Orchestra che si esibisce sulle note di Mingus. Ma le date da segnare sul calendario sono davvero numerose. Sabato alle 18 si riprende con il ritmo travolgente di Roy Paci tra sperimentazione, echi di Miles Davi e della no wave newyorkese, per continuare poi con Cristina Zavalloni & Radar Bamd e l’esclusiva italiana della Tania Maria Quartet, che fa incontrare l’energia del jazz e le sonorità brasiliane. Domenica è la giornata di Abdullah Ibrahim, pianista sudafricano scoperto da Ellington e uno dei giganti contemporanei della storia del jazz, mentre lunedì spazio alle trame elettroacustiche della Cosmic Band di Gianluca Petrella. In occasione della Giornata Internazionale Unesco per il Jazz, martedì 30 salgono sul palco McCoy Tyner and Latin all Stars in attesa del gran finale di mercoledì con la grande parata “Funky off” per le vie del centro che apre la maratona musicale in piazza Castello. La “chiusura” è affidata a Roy Haynes e al teatro stralunato di Simone Cristicchi. In riva al Po Tra questi appuntamenti ve n’è una miriade di piccoli altri. Oltre ai Murazzi, la sezione “Fringe”, curata da Furio Di Castri e dedicata al panorama jazzistico contemporaneo, sceglie di spostarsi anche in zona piazza Vittorio e mantenere il suo legame con il fiume Po. Un flusso continuo di musica e happening, tra swing, rock, soul ed elettronica. Dieci luoghi diversi, 168 artisti, un solo obiettivo: sperimentare, condividere e dare vita a nuovi progetti. Arte a 360 gradi Ma il Torino Jazz Festival è molto di più, “una rassegna per tutti i gusti”, sottolinea il direttore. Riflettori puntati anche su altre quattro location a partire dal Conservatorio che ospiterà non solo la decima edizione del Premio Nazionale delle Arti - a cui quest’anno è stato abbinato il premio speciale dedicato a Gianni Basso che sarà assegnato al gruppo vincitore e lo porterà al festival internazionale di Nantes -, ma a soprattutto le prestigiose master class con insegnanti della Juilliard School di New York. Al Museo Regionale di Scienze Naturali spazio, invece, ai giovani con la mostra multimediale “Ars Captiva Groove” e agli scatti di Guy Le Querrec, che per la Magnum ha raccontato per immagini musicisti del calibro di Thelonious Monk, Ray Charles, Dizzie Gillespie e Nina Simone, raccolti nell’esposizione “Jazz de J à zz”. Al Circolo dei Lettori è protagonista la letteratura declinata in chiave jazz, ovviamente, con incontri-spettacolo in cui parole e musica diventano un tutt’uno per spiegare miti e personaggi dell’universo jazz. E nell’edizione 2013, fortemente legata alla Francia, le stanze di via Bogino ospitano anche la mostra “Swing de Paris” dedicata al chitarrista gitano Django, con lettere, spartiti e filmati inediti. Non poteva, infine, mancare il mondo del cinema, con un omaggio al Museo di via Montebello al compositore Krzysztof T. Komeda, che ha creato alcune delle più belle partiture per i film polacchi di Polanski, Wajda e Skolimowski. Fonte: http://www.lastampa.it/2013/04/04/cronaca/mosaico-dfr-il-festival-jazz-raddoppia-1P92dBI58VZR0J0BLxuWSJ/pagina.htmlhttp://www.torinojazzfestival.it/