Mondo Jazz

I LOVE/ I HATE E.C.M. RECORDS


Da molto tempo tra gli appassionati l'etichetta di Manfred Eicher divide e fomenta opinioni radicalmente diverse.Indicativo a questo proposito l'accostamento che vi propongo. Due articoli recentissimi, uno in italiano tratto dal blog Free Fall che esprime critiche e perplessità, ed uno in inglese di Francis Marmande, pubblicato sia su Le Monde che sull'inserto settimanale del Guardian che invece ne tesse le lodi.Dove sta la verità ? Ammesso che una verità univoca esista, ognuno la evince e sperimenta in base ai propri convincimenti e alle proprie attitudini e molto difficilmente riuscirà a far mutare opinione a chi è convinto del contrario.Pertanto ecco i due brevi estratti degli articoli ed i link di riferimento. Se non l'avete già, fatevi una opinione..........quarant’anni di irradiazioni di ECM-sound hanno prodotto quel fenomeno a cui assistiamo oggi: un jazz europeo de-jazzizzato con la puzza sotto il naso, mondato da qualsiasi elemento linguistico originario, e ridotto ad una sorta di musica new age improvvisata per rilassare le orecchie e accompagnare lo yoga e ricongiungersi con la spiritualità perduta nella vita disumanizzante e alientante e… (inserire luoghi comuni a piacere, basta che si contrappongano a qualsiasi idea di velocità, dinamismo, metropoli, città, tecnologia, melting pot culturale). La stampa di settore, negli ultimi dieci anni almeno, lo ha talmente promosso ed elogiato che ormai la visione del jazz qui è irrimediabilmente distorta."To begin with I just wanted to record the musicians I liked," Eicher explains. "I didn't know such a small label would grow so big." In his drive to bring avant-garde music to the attention of the largest possible audience, he achieved a remarkably consistent mixture with extremely diverse ingredients, pulling in free jazz, classical, cutting-edge contemporary, ethnic, vocal and meditative strands. This in turn he enhanced with beautifully designed artwork. ECM must be "the most beautiful sound next to silence", said Canada's Coda magazine.For more than four decades Eicher has done as he likes, guided by his tastes alone, simply seeking new musical encounters, with an ongoing concern for mutual respect between performers and technicians, in short responding to the pleasure principle http://freefalljazz.altervista.org/blog/?p=6188http://www.guardian.co.uk/music/2013/mar/26/manfred-eicher-ecm-jazz-review