Mondo Jazz

BRASS BANG AL BLUE NOTE E AL TEATRO SOCIALE


La storia è presto scritta: Fresu invita a suonare i Sex Mob di Bernstein a Berchidda per il suo festival e si innamora di quel suono e di quella atmosfera. Petrella invita Fresu a suonare nella sua Cosmic Band e si diverte da morire. Bernstein conosce Petrella e comincia a dire in giro per il mondo che c’è finalmente in giro un vero e proprio genio che suona il trombone. I tre si incontrano per puro caso a Bolzano dove suonano in tre formazioni diverse in quel festival. Davanti ad una Wienerschnitzel e ad alcune birre nasce l’idea di un qualcosa che può essere “esplosivo” anche senza l’ausilio della ritmica tradizionale. Nasce così l’idea di montare un nuovo progetto “tutti fiati”. I tre accettano con trasporto ma il manager di Fresu non è contento. “Sì, vabbé… ma un bel suono basso chi ve lo da?” Bernstein ci mette poco a rispondere: “Rojas. Who else?” E’ fatta. Una piccola-grande band di fiati con grandi solisti tra poesia, humor, ritmi travolgenti e divertimento. (Fonte: Blue Note)Stasera e domani suoneranno al Blue Note di Milano e sabato al Teatro Sociale di Como. Brass Bang non ha ancora inciso nessun album e anche in rete si trovano poche testimonianze delle esibizioni live.Ripesco pertanto la mia recensione del concerto ad Ambria Jazz di fine luglio 2010 per dare una idea di massima a tutti coloro che andranno al Blue Note in queste sere: ....tutte le aspettative si sono ovviamente concentrate sul quartetto di fiati e le attese sono state ampiamente ripagate da un concerto vibrante, lucido e spettacolare. Inizio fiammeggiante con “Zero”, bellissima composizione di Lester Bowie al quale viene dedicato il concerto dall'intervento di Paolo Fresu. A differenza della Brass Fantasy del trombettista chicagoano però la musica del Brass Bang ha meno forza dirompente e più fonti ispirative rispetto alla sola musica afro-americana. Certamente è forte la matrice colta europea (“Fuga” di Fresu ha un andamento bachiano), ci sono anche riusciti recuperi di musica popolare (“Non Posso Riposare”, antica e dolcissima melodia sarda), ed un uso considerevole delle risorse che offre l'elettronica, senza considerare l'utilizzo disinvolto e coinvolgente della canzone (“Guarda che Luna” proposto come bis e “Moon River”). Ad una formidabile perizia tecnica, debordante nel caso di Marcus Rojas e Gianluca Petrella, ha fatto da contraltare una attenzione particolare all'ascolto reciproco, una finissima cesellatura delle parti ed un complessivo ed ammirevole equilibrio di gruppo. Nessuna voce ha prevaricato le altre, tutte hanno contribuito ad un progetto sapido e intelligente, divertente e divertito.