Mondo Jazz

MALA TEMPORA


So chi è Fabri Fibra ma non ho mai ascoltato (ammesso che questo sia il verbo giusto) nulla di lui e della sua musica (sempre che sia cosi' definibile). Credo di non aver perso molto, anzi, dal testo che segue mi pare incredibile che simili personaggi possano avere credibilità mediatica. Evidentemente, come a suo tempo sanzionavano i nostri antenati, mala tempora currunt, ma almeno loro si sono risparmiati le rime farneticanti del nostro ed il degrado morale conseguente.Ho letto delle polemiche che hanno accompagnato la sua esclusione dal solito (vacuo) concertone sindacale del 1° maggio (a proposito, quand'è che i sindacati lasceranno perdere una iniziativa oramai vuota, retorica e tronfia ?).Tra i molti interventi sicuramente quello che più condivido è quello di Michela Murgia. Ne tratteggio le parti essenziali:L'altra sera a Sassari Riccardo Iacona auspicava l'innalzamento della soglia etica del paese, ovvero quel benedetto senso comune che inibisce i comportamenti scorretti molto prima che debba arrivare una legge a sanzionarli. Il caso emblematico in cui si riscontra l'assenza di questo controllo civico è la querelle intorno alla presenza di Fabri Fibra al concerto del 1° maggio.La rete Di.Re ha chiesto il ritiro del suo invito e lo ha fatto con una motivazione molto chiara: alcuni testi di Fibra sono omofobi, maschilisti nel senso più umiliante del termine ed evocano la violenza sulle donne senza il minimo filtro critico. Chi si è scomodato a parlare di censura crede che sia in discussione il diritto di espressione, ma certo è difficile definire censurato uno come Fibra, che canta su ogni radio e fa concerti dove gli pare.Il punto è che il concerto del primo maggio non lo pagano i biglietti dei suoi fan, ma i sindacati. E' la festa del lavoro ed è il concerto rock più istituzionale dell'anno, un luogo socialmente legittimante perchè utilizza canali mainstream a cui la maggior parte dei musicisti che vi partecipano non ha abitualmente accesso. Compreso Fibra, va detto, perché un suo concerto in diretta difficilmente potrebbe andare in onda su una qualsivoglia rete generalista.I sindacati, valutate le ragioni della rete delle donne, hanno ritirato l'invito al cantante. Questo è il momento in cui si misura con esattezza dove si trova la tacca dell'insostenibile quando si tratta di violenza sulle donne. Immaginiamo per un momento che Fibra nei suoi testi si immedesimi in un pedofilo e racconti brutalmente il desiderio di un uomo adulto di stuprare un bambino, toccando un tema su cui la soglia etica è elevata fino all'isteria collettiva: nessuno alzerebbe un dito per difendere il suo diritto di fare arte sulla pelle dei bambini. Brutalizzare sessualmente i bambini è un reato percepito come odioso da tutti.Sulla violenza alle donne l'asticella si trova molto più in basso, così in basso che persino artisti abitualmente politically correct come Jovanotti possono invocare le ragioni dell'arte davanti ai versi di Fibra che canta "giro in casa con in mano questo uncino, ti ci strappo le ovaie e che cazzo, me le cucino!" L'Italia è un paese dove un presentatore tv può perdere il posto a furor di popolo perchè ha evocato durante una trasmissione culinaria una ricetta per cucinare i gatti; perchè non scatta alcun furor di popolo davanti all'ipotesi che qualcuno possa salire in diretta davanti a piazza San Giovanni a cantare la violenza sulle donne? Perchè in questo paese picchiare o uccidere una donna non è incluso nella famiglia dei reati odiosi? Credo che sia questa la domanda che dobbiamo farci, perchè ovviamente il problema non è Fibra. Sono quelli come Jovanotti, Saviano, Scanzi e tutti i voltairiani sulla pelle delle donne che in questi giorni si sono alzati a difendere il diritto di chi canta "datela a tutti, anche ai cani, se non me la dai io te la strappo, come Pacciani".