Mondo Jazz

NUOVE STELLE E VECCHI COPIONI


Alla mia discreta età (sono coscritto di Zorn) mi risulta difficile meravigliarmi ancora per gli strafalcioni o le notizie impossibili. Quindi, anche questo panegirico su Caro Emerald mi ha smosso appena un sopracciglio. Però di materiale per sorridere ce n'è in abbondanza, a cominciare dal titolo su Brescia Oggi: Viene dall'Olanda la nuova stella del jazz. Per corroborare la sua tesi Giulio Brusati fa affermazioni importanti: La nuova diva del jazz arriva dall'Olanda, ha uno smeraldo nel nome e un disco, in uscita domani (in Italia su etichetta Time Records), destinato al primo posto nelle classifiche di mezzo mondo Il suo vero nome è Caroline Esmeralda van der Leeuw e il suo «asso nella manica» è una voce duttile, ricca di eros (ascoltatela nelle poche parole che pronuncia in francese), oltre a una serie di canzoni che funzionano bene in radio, nella cuffie dell'iPod ma soprattutto nei club, sulla pista da ballo e nei disco-pub. Non stiamo parlando di techno spacca-ossa o dubstep per ragazzi ipersnodati, ma di tango contemporaneo (pensate ai Gotan Project con una voce sexy), soul, swing irresistibile e quel downtempo che basta aumentarlo (up!) per renderlo ballabile. Caro sembra capace di ripercorrere la strada di Amy Winehouse e Adele.One day è un pezzo jazzy dal ritmo accelerato dal sapore vintage; Coming back as a man è lenta come la camminata di una pantera; Tangled up, il primo singolo estratto, è un mix di pop, dance e tango; Completely ha uno swing che piacerebbe ad Arisa; Black Valentine è invece un brano alla Shirley Bassey/Adele e potrebbe starci bene nella colonna sonora di un film di James Bond; Liquid lunch, tutta da ballare, parla delle brutte abitudine («Ah, quel secondo ultimo Martini mi ha mandato via di testa»); Paris ha un ritmo irresistibile, con un piano eccellente; e, infine, I belong to you, dove confluiscono gli elementi che rendono miss Emerald unica: una voce emozionante che arriva alle note senza costrizione; uno stile nel porgere le canzoni che in pochissime possono aspirare ad avere; un ritmo trascinante e arrangiamenti vintage, costruiti con un'estetica più vicina all'hip hop che alla tradizione delle big band jazz, in un'atmosfera chic senza essere spocchiosa. Non c'è che dire, mi ha convinto, Caro Emerald è veramente il futuro del jazz,e voi spocchiosi e ipercritici jazzofili finitela di sorridere...... Il testo completo qui: Viene dall'Olanda la nuova stella del jazz