Mondo Jazz

IL CASO LIVE JAZZ LOUNGE. QUALCHE RIFLESSIONE PERSONALE


Condivido il senso complessivo del primo intervento di Gualberto al quale rimando gli interessati, con particolare evidenza la dove sottolinea la folle politica dei prezzi sostenuta dalle major, un vero caso di suicidio economico perseguito con abnegazione. Condivido anche la considerazione verso Bill Frisell, di cui amo (quasi) tutta la produzione discografica.Capisco ovviamente anche i motivi per i quali il musicista diffida un blog dal pubblicare suo materiale. Il fatto è però complessivamente irrilevante, una goccia nel mare: per un Live Jazz Lounge che ritira (o mette sotto password, non me ne ero accorto...) i files,  esistono almeno un centinaio di blog ( che io conosco, ma sono sicuramente molti di più) che continuano tranquillamente la loro attività pronti a rinascere con altro nome in caso di stop. E quindi, in mancanza sia di strumenti tecnologici ad hoc che, come nel nostro caso, di una legiferazione intelligente, al musicista non rimane che prendere atto di una realtà scomoda e sbagliata.Non credo, come scrive Conti, che i troppi concerti scaricati dalla rete abbiano una funzione drenante verso la partecipazione dal vivo. La differenza è troppo netta, un qualsiasi appassionato sa bene quanto sia più stimolante, appassionante e vivida rispetto all'album, o in questo caso, i files, l'esibizione live.Condivido invece la riflessione sulla bulimia consumistica che, credo, appartenga sia pure in misura certamente diversa, a tutti coloro che in questo spazio scrivono la propria opinione . Penso alla mia condizione di neo sessantenne: se solo volessi riascoltare per una sola volta tutti gli lp o i compact o i nastri che posseggo dovrei campare almeno altri 60 anni.Spesso mi chiedo se ha senso inseguire questa passione folle o se sia più giusto fermarsi. La considerazione vale anche per il ben noto motivo che gli album veramente significativi che escono in un anno si possono contare sulle dita di una sola mano.Mi chiedo spesso anche se sia preferibile utilizzare il tempo andando a riascoltare capolavori degli anni passati piuttosto che perdersi con novità di spessore limitato. Fino ad ora ha prevalso la sete della scoperta a tutti i costi. Ma, e lo domando anche a tutti voi, quale è la scelta migliore ?