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LA "NUOVA" REPUBBLICA


Dopo una breve e discreta campagna pubblicitaria da oggi è in edicola la "nuova" Repubblica. Per mettere subito in chiaro cosa ne pensa un lettore che segue il quotidiano fin dal primo numero dirò che di novo c'è solo la veste grafica, e comunque anche questa ritoccata in minima parte. Per il resto disattese tutte le aspettative di chi si aspettava una decisa virata nei contenuti. Mi spiego meglio: leggo La Repubblica da sempre, non sempre ne condivido le linee politiche, ma nell'angusto panorama editoriale italiano non ho ancora trovato validi sostituti. Il quotidiano presenta, a mio modo di vedere, gli stessi errori di impostazione della concorrenza, e naturalmente parlo solo dei giornali non smaccatamente padronali. In sintesi: eccessivo spazio alla politica italiana e ai suoi disdicevoli teatrini, inutili paginate, spesso morbose, di cronaca nera, mancanza di reali approfondimenti sugli argomenti trattati, notizie dal mondo solo in caso di massacri, scandali, guerre ed eventi catastrofici. Insomma, ne più ne meno, gli stessi difetti dei telegiornali nazionali, che al più condiscono tragedie e tetrini con gossip e notizie meteorologiche. Perchè leggo ancora La Repubblica ? Solo ed esclusivamente per le pagine culturali e per le notizie sugli spettacoli a Milano. Credo che la pagina nazionale degli Spettacoli sia una delle più brutte e delle peggio confezionate in assoluto: è sufficiente sfogliare quelle di oggi, del quotidiano "nuovo", per rendersene conto. Il solito servizio "pruriginoso" con tanto di foto ammiccante sul nuovo film di Lars Von Trier, l'immancabile notizia gossip sulla separazione di Gwyneth Paltrow, e, ciliegina, il ritorno in concerto di Al Bano e Romina. Nulla che diversifichi il quotidiano che vorrebbe essere dell'intellighenzia nostrana da un qualsiasi servizo del Mollicone nazionale. Disperante, umiliante. Da lettore mi sento trattato come fossi un semi-deficiente. Roba, appunto, da Padania. Alternative ? Si, naturalmente. L'inserto Alias del sabato con il Manifesto, quotidiano di rara illeggibilità a prescindere dalle idee, ma almeno vivo culturalmente. Lo speciale domenicale de Il Sole 24 Ore dedicato alle arti e alla cultura, l'inserto domenicale dedicato alla Lettura del Corriere della Sera . Una parola, visto l'argomento del blog, anche sul periodico della Repubblica dedicato alla musica: fin dagli inizi era chiara l'impostazione, musica di consumo e via andare, ma almeno, di sfuggita, capitavano articoli interessanti. Ora, con i vari restyling, è rimasta una rivista plasticosa esattamente come la musica che propone. Business commerciale che dopo poche settimane è già consumato e quindi inutile. Possibile che il quotidiano più venduto e letto in Italia non abbia menti migliori ? O, più semplicemente, è il riflesso del paese ?