Mondo Jazz

RECORD STORE E INFLAZIONE DISCOGRAFICA


 Un tempo la registrazione di un microsolco era il coronamento di un lungo cammino di apprendimento e maturazione sul campo. Oggi è poco più che un biglietto da visita alla portata di qualsiasi musicista, dilettanti e amatori compresi.Troppi gli album in circolazione, tra l'altro di difficoltosa remuneratività per chi li produce e di  difficile reperibilità per la chiusura a getto continuo dei pochi negozi di dischi che ancora e coraggiosamente si occupano di jazz (a proposito, oggi è il Record Store Day, un piccolo acquisto è d'obbligo...).Ancora più impegnativo è poi l'ascolto per chi come noi cerca di dare un quadro significativo delle proposte contemporanee, pressati da una mole di offerta sproporzionata sia al mercato sia, spiace dirlo,  al valore effettivo di gran parte del prodotto. Bisogna essere necessariamente selettivi, accettando la probabilità di relegare nel mucchio album invece meritevoli e, al contrario, dare spazio alle novità di nomi importanti che magari non hanno più niente da raccontare.E' un paradosso dei giorni nostri: il mercato si restringe e l'offerta si amplia a dismisura. Da appassionati quali sostanzialmente siamo e rimaniamo cerchiamo di barcamenarci, un occhio al nome prestigioso un occhio al giovane emergente cercando di cogliere il valore effettivo a prescindere dal grado di popolarità dell'album che si decide di recensire e che potrebbe o meno attirare più lettori sul nostro sito.In questo ci conforta essere liberi e indipendenti: non recensiamo a gettone e non abbiamo case discografiche che ci sponsorizzano. Tutto quello che leggete è frutto della nostra passione (che è tanta) e delle nostre conoscenze (che non bastano mai).Buone feste a tutti i lettori del blog e del portale e arrivederci a martedi', Tracce di Jazz blog e sito infatti per i prossimi due giorni non saranno aggiornati.