Mondo Jazz

TEMPO DI BILANCI A UMBRIA JAZZ


Penalizzato dalla pioggia del primo week end, è stato detto, il festival è ripartito di slancio con la fine del maltempo. Musicalmente, di Uj 2014 resta il concerto di Wayne Shorter e Herbie Hancock, la classe di Fiorella Mannoia, la piacevole sorpresa dei Mountain Men, i due “senatori” sempreverdi Franco Cerri e Renato Sellani, il trio Doctor 3, Paolo Fresu. Sull’altro piatto della bilancia, le delusioni di Natalie Cole e Dr. John ed il progetto fallito della “maratona dj”.Fonte: http://tuttoggi.info/umbria-jazz-i-numeri-per-il-2014-30mila-paganti-per-800mila-euro-di-incasso/225241/ Quella che si chiude domenica ha il sapore di un’edizione di Umbria Jazz di transizione tra un 2013 (anno del quarantennale), da ricordare e un 2015 all’insegna del «rinnovamento». La parola l’ha usata domenica mattina nel corso della tradizionale conferenza stampa di chiusura il nuovo direttore amministrativo Luciano Linzi (...)«Questo festival – ha detto Linzi – ha bisogno di rinnovamento nella proposta artistica, nella formula, nella struttura organizzativa, negli sponsor». Non una rivoluzione dalle fondamenta, nessuna demolizione dei pilastri, ad esempio le location, che hanno reso Uj un qualcosa di unico al mondo, ma dei cambi sostanziali sì.Fonte: http://www.umbria24.it/umbria-jazz-il-direttore-amministrativo-festival-da-rinnovare-il-problema-degli-spazi/303205.html Umbria Jazz 2014 è insomma da archiviare come un'edizione di "mezzo", intendendo per "mezzo" un livello medio che forse fa tornare indietro le lancette dell'orologio a qualche anno fa. Di certo non ha toccato gli apici assoluti dell'edizione del quarantennale del 2013 e il record di incassi registrato lo scorso anno con oltre un milione di euro. Ma la vera e per certi aspetti gradita sorpresa è il quasi totale sold out fatto registrare ai concerti al teatro Morlacchi dove in effetti si sono ascoltate alcune delle "cose" più interessanti (Williams, Snarky Puppy, Akinmusire, Scofield, Melissa Aldana, McBride, McLorin Salvant, Hargrove). Il brand Umbria Jazz da questo punto di vista rimane garanzia di assoluta qualità e il pubblico che richiama è sempre più competente.Fonte: http://corrieredellumbria.corr.it/news/umbria-jazz/146410/Umbria-Jazz--ripensamento-in-atto.htmlDa appassionato accolgo con piacere le parole di Luciano Linzi: sono anni che vado dicendo le stesse cose, sempre che naturalmente per "rinnovamento della proposta artistica" si intenda il ritorno ad una musica senza compromessi commerciali.Da questo punto di vista è curiosa la "sorpresa" per il sold out al Morlacchi: visto che si tratta comunque, nel bene e nel male di un festival jazz, che i concerti di qualità facciano il tutto esaurito è assolutamente normale. L'anormalità è costituita semmai dal tenore delle proposte "altre", spesso di spessore deludente e improbabile nel contesto del festival umbro.