Mondo Jazz

LA CINA E' VICINA


Umbria Jazz non lascia ma anzi, rilancia sospinta dal vento dell'Est. Potrebbero infatti essere importanti brand cinesi a mantenere alta l'asticella del festival che deve affrancarsi dal sostegno pubblico, con l'obiettivo di migliorare, non stravolgere, una formula che ha fatto proseliti anche nella terra dei Mandarini.(...)Vice presidente, una delle polemiche riguarda la formula Uj.«Va arricchita e ottimizzata, non cambiata che poi è quello che voleva dire Linzi e su questo Pagnotta è d'accordo anche se non l'ha detto apertamente. Dire “va tutto bene” sarebbe superficiale e anche se così fosse dovremmo comunque migliorare. Il festival è bellissimo, il brand ricercato in tutto il mondo, ma dobbiamo adeguarci al cambiamento: migliorare non è dire che la cosa non funziona». Cosa deve cambiare allora? «Uno dei nodi sono i costi dell'Arena per la quale occorre cercare altri utilizzatori, manifestazioni che possono usarla nei giorni successivi, come Umbria Rock, per ammortizzare parte dei 500mila euro oggi carico della Fondazione. Ma andrebbe ripensata la proposta».Parla di quella artistica?«Sono questioni che riguardano il direttore artistico con cui stiamo parlando di alcune ipotesi. Ad esempio, se per i concerti gratuiti vengono gruppi italiani invece che da oltre Oceano si risparmia. Quanto all'Arena, avere la Cole e la Mannoia la stessa sera, ad esempio, aumenta i costi ma non i benefici. Sarebbe meglio portare un solo big abbinato a un emergente da far scoprire; contribuirebbe a migliorare l'offerta artistica».Forse per la prima volta nei tempi recenti a Perugia ci si interroga pubblicamente sul futuro, sulle formule, sui costi e sugli sponsor. Francamente non vedo segnali di cambio di direzione, e parlo naturalmente della parte più propriamente artistica, ma cominciare a parlarne non può che essere positivo. Seguirò con attenzione gli sviluppi.