Mondo Jazz

LE PROMESSE MANCATE - JOSHUA REDMAN TRIOS


Indubbiamente Redman si conferma un sassofonista molto talentuoso, dalla tecnica invidiabile e dal sound ricco e pastoso, ma che si coniuga con una esposizione a volte calligrafica, priva di calore, troppo proiettata al virtuosismo, ma che non riesce ad esprimere un briciolo di emozione.In questa occasione il trio sembra appiattirsi un pò troppo su altri famosi trii per sax "pianoless", in particolare quello di Sonny Rollins, ma anche quello di Joe Henderson, senza riuscire a mostrare una propria linea veramente originale. Per tutto l'album Redman si mantiene sempre in bilico tra pulsioni hard-bop e velleità free, ma senza mai prendere una posizione netta e convincente, con il risultato di proporre un ibrido che non sa nè di carne nè di pesce.Seppur sostenuto da una ritmica sempre eccellente, solo raramente riesce ad esprimere un reale ed efficace interplay di gruppo, riuscendo in questi casi a produrre momenti anche scoppiettanti; piuttosto sembra sempre concentrato a mostrare il proprio virtuosismo, mettendo in scena una specie di bulimia musicale, che si esprime con un eccesso di note, con assoli spesso più lunghi del necessario, con inutili ricerche di effetti e con un eccesso di "citazionismo", che può sembrare interessante all'inizio, ma che se esagerato, sembra solo fine a se stesso.(...)è un risultato non accettabile per un musicista della qualità e dal talento di Redman, da cui ci aspettiamo sempre quello scatto in avanti che invece tarda ad arrivare. Considerando che questo parziale passo falso segue un altro album deludente come Walking Shadows, il timore è che con il trascorrere degli anni il passaggio da eterna promessa a grande protagonista diventi sempre più complicato.Leggi l'intera recensione su: http://www.traccedijazz.it/index.php/recensioni/26-recensioni-discografiche/587-le-promesse-mancate-di-joshua-redmanUn giudizio indubbiamente severo quello di Elfio Nicolosi, ma che mi trova sostanzialmente in sintonia.Redman comunque è uno dei musicisti della "generazione di mezzo" più interessanti e dotati, ma, giusto per restare in famiglia, ancora deve crescere molto per raggiungere la poetica e l'espressività sullo strumento che aveva suo padre, Dewey Redman.Rimane il dato di fatto che l'interrogativo espresso da Elfio sulle promesse non mantenute si può estendere a molti altri protagonisti odierni, italiani compresi. E' un dato evidente, ci sono decine di ottimi musicisti ma nessun caposcuola, perlomeno delle qualità dei grandi nomi che nel passato hanno fatto la storia.Naturalmente si può estendere l'analisi (stringatissima per ovvi motivi) ad altri "campi" della musica contemporanea: la classica, la lirica, il rock con le sue mille sfaccettature vivono lo stesso momento di stasi creativa.