Mondo Jazz

5 DOMANDE A GIOVANNI BUSETTO


Abbiamo incontrato Giovanni Busetto, il direttore artistico di Ambria Jazz, il festival estivo di musica jazz e contemporanea della provincia di Sondrio, giunto alla sua sesta edizione ed appena conclusosi. Migliore definizione sarebbe factotum, perché Giovanni cura praticamente tutti gli aspetti organizzativi, inclusa l'ospitalità dei musicisti.Giunti alla sesta edizione del festival qualcosa è cambiato: nonostante le condizioni meteorologiche spesso sfavorevoli il successo di pubblico è stato una costante visibile. C'è dunque spazio per il jazz in Valtellina?GB: In sei anni abbiamo lavorato molto spostando parecchio le proposte che avevo in mente verso sonorità sperimentali, a volte anche molto distanti dal gusto "mainstreem" che tanto piace agli appassionati di jazz. Credo di aver contribuito, come altre realtà prima della nostra, a dimostrare che in valle c'è spazio per il jazz ma anche per tutte quelle forme di musica alternativa che magari non si volevano proporre perchè "troppo colte". Credo che qualsiasi forma artistica possa essere avvicinata alla gente, basta che i contenuti siano di qualità. Un'esempio, verificatosi anche quest'anno, ad Ambria mi avvicinano gli abitanti a ringraziarmi ed ho ancora impresso il volto emozionato con gli occhi lucidi di una signora "valdambrina" che dopo aver visto il concerto "Cime domestiche" in Chiesa mi ha comunicato di essersi emozionata. Vorrei arrivare al cuore di queste persone per capire che il lavoro che stiamo facendo è giusto.Ambria Jazz è l'unica costante proposta jazzistica, purtroppo solo estiva, in una provincia dove la musica afro americana guadagna qualche sporadico concerto invernale all'interno di rassegne dedicate ad altre musiche. Non è possibile qualche forma di sinergia con altri ambiti e altre organizzazioni per poter proporre un calendario che copra anche in parte le altre stagioni dell'anno?GB: Noi siamo costantemente aperti a molte sinergie, basta analizzare il nostro programma per confermare quante collaborazioni abbiamo in atto. Purtroppo molte sono con festival fuori provincia, stiamo cominciando a costruire nuove collaborazionipensando proprio ad eventi invernali. Cerco di misurarmi per non essere troppo invadente ma un pensiero ai concerti invernali c'è da tempo, magari distribuendoli sugli spazi in Provincia di Sondrio.Questa edizione a differenza delle precedenti, non aveva il "nome forte". Eppure ci sono state belle sorprese e ottimi concerti. Cosa ti ha colpito in positivo, e, se è accaduto, in negativo?GB: La mancanza del nome forte fa si che bisogna lavorare molto di più sull'evento e la ricerca effettuata nell'anno di lavoro preparatorio ha fatto si che gli artisti che si sono esibiti hanno dato valore aggiunto al festival incrementando la fidelizzazione in essere con il pubblico. Un dato che mi ha fatto molto piacere è che tutti gli artisti si sono complimentati per l'alta qualità di attenzione del pubblico presente. Vuol dire che stiamo lavorando bene. Non riesco ad esprimere un dato positivo o negativo, i concerti mi sono piaciuti tutti, so che non tutti sono stati apprezzati ma è giusto così, fa parte del lavoro in essere. Preferisco valutare con più attenzione un parere negativo per non ripetere l'eventuale errore.  Continua a leggere su http://www.traccedijazz.it/index.php/primo-piano/30-sulle-tracce-di/608-sulle-tracce-di-giovanni-busettoFoto di Pino Ninfa