Mondo Jazz

CON ALMAH: L'OTTETTO DI COHEN AL PIER LOMBARDO


Ieri sera nella bellissima sala grande del Teatro Pier Lombardo di Milano intenso e magnetico concerto dell'ottetto di Avishai Cohen.La recensione completa di tutti i concerti jazz della rassegna MiTo per la parte milanese compariranno a giorni sul portale Tracce di Jazz per la penna di Ernesto Scurati. Qui io mi limito a qualche impressione sulla serata di ieri, l'unica alla quale ho potuto partecipare.Come ho anticipato nella premessa, il concerto, penultimo appuntamento della lunga tournè estiva, è stato ampiamente superiore alle mie aspettative. Decisamente più coinvolgente e tonico rispetto all'album Almah uscito nello scorso novembre con la stessa formazione.Il repertorio eseguito, oltre naturalmente all'album di riferimento, pescava a piene mani sia negli originals del leader sia nella tradizione e nella attualità della musica ebraica,Normalmente quando un gruppo jazz si presenta con una formazione d'archi quello che può accadere si può semplificare in due fasi: contrapposizione e sovrapposizione. Raramente si giunge alla compenetrazione, e ieri sera in alcuni felici momenti si è riusciti nella difficile fusione tra una formazione cameristica ed un trio jazz.Molto importante nell'equilibrio del gruppo è l'apporto dell'oboista Yoram Lachish, uno strumentista d'impostazione classica in grado di improvvisare su uno strumento ostico. Ma impossibile tacere l'apporto di due veri e propri maestri, seppur giovanissimi, quali Nitai Hershkovits al pianoforte e Daniel Dor alla batteria: senso del ritmo, feeling, tocco, personalità. Un vero godimento per le orecchie e per la mente.La parte musicale era costituita da un difficile ma riuscito gioco di equilibrii tra il quintetto cameristico ed il trio jazz: a volte contrapposti e a volte sovrapposti, nel fluire della serata spesso compenetrati come nella magnifica versione di Arab Medley che vi propongo in un concerto della scorsa settimana. Musica di radice yiddish, impostazione classica, feeling jazzistico: un melange che è parso convincente e felice. Non sottolineo nemmeno la caratura tecnica del leader, Avishai Cohen, fenomenale contrabbassista e vocalist non eccelso ma dal timbro orignale.Per coloro che incuriositi volessero approfondire posto il video del concerto integrale del gruppo al festival dello scorso ottobre di Nancy.