Mondo Jazz

LA LEZIONE DI HERBIE NICHOLS


Stefano Radaelli è un nuovo giovane collaboratore del portale Tracce di Jazz. Il saggio su Nichols è farina del suo sacco e, da come scrive, si preannuncia come un innesto di significativo valore. Lo dico con doppio piacere avendo io il doppio dei suoi anni, ed è oltremodo consolatorio sapere che la musica che tanto amo è condivisa anche dalle nuove generazioni. Questo è l'incipt dell'articolo, il resto, come sempre, seguendo il link:Quando Herbie Nichols muore nel 1963, stroncato dalla leucemia a soli 44 anni, il mondo del jazz è in pieno fermento. Una nuova generazione di musicisti – Ornette Coleman, John Coltrane, Cecil Taylor, Archie Shepp per non citare che alcuni fra i più rappresentativi – sta spingendo l'idioma musicale afroamericano verso nuove frontiere, dando vita al composito e debordante flusso innovativo che le componenti più ricettive della critica e del pubblico, di lì a poco, celebreranno con l'etichetta di New Thing. Il contatto tra Nichols e questa nuova ondata di creatività è molto fugace a causa della sua morte prematura, ma non manca di riservargli una piacevole sorpresa. A dispetto dei difficili anni trascorsi nell'oscurità, barcamenandosi tra un ingaggio precario e l'altro nel sottobosco del Dixieland revival, e nonostante le rarissime incisioni a proprio nome, il pianista newyorkese scopre che molti dei fautori del “nuovo jazz” conoscono, rispettano e apprezzano il suo lavoro.http://www.traccedijazz.it/index.php/primo-piano/34-articoli/704-la-lezione-di-herbie-nichols