Mondo Jazz

Stop and Go


Sono passati poco più di tre anni e l'avventura su Tracce di Jazz si è conclusa. Rimangono nuove amicizie, stimoli e voglia di continuare a crescere. Per questi motivi il blog rinasce, questa volta però non rifletterà il pensiero ed i gusti di una sola persona ma sarà opera di quattro appassionati che vogliono continuare a parlare di musica senza costrizioni e obblighi  di alcuna natura, solo con la bussola dettata dal proprio gusto e dalla propria sensibilità.Nella vita nessuno di noi si occupa professionalmente di musica, e questo fatto contribuisce alla nostra assoluta e totale indipendenza. Non siamo giornalisti ne critici professionisti, bensi semplici jazzfans. Non abbiamo timore di perdere consenso o pubblicità se ci permettiamo di dire quello che è il nostro pensiero sui fatti del vasto e assai litigioso consesso jazzistico nazionale. Non esalteremo festival che perseguono profitto e consenso a scapito della musica e dei musicisti che amiamo, non incenseremo a scatola chiusa personaggi magari già abbondantemente sovraesposti , non faremo sconti a proposte indecenti spacciate per jazz .Parleremo con franchezza, cosa che abbiamo sempre fatto anche nei tre anni di vita di Tracce di Jazz, e, come sempre, accetteremo critiche e consensi.Potete leggere i nostri tre anni di vita qui: http://www.traccedijazz.it/ 
Le parabole nel jazz sono frequenti. Quante volte abbiamo assistito alla nascita entusiasta ed ambiziosa di un nuovo gruppo, al suo sviluppo attraverso diverse fasi di maturazione ed affinamento, magari anche al momento di un più o meno vasto riconoscimento del pubblico e poi, con sorpresa, oppure consci della svolta in agguato, al suo sciogliersi in qualcuno dei mille rivoli di comunione artistica di cui è fatta questa musica? Al jazz raccontato può accadere la stessa cosa. Tracce di jazz è stato, nel corso degli anni, un duo, un trio, poi un settetto, per arrivare alla formazione più classica, sparso lungo la dorsale che congiunge la Puglia alla Valtellina attraversando la Lombardia dopo una deviazione in Liguria. Nella cronaca quasi quotidiana della nostra musica attraverso le sue varie manifestazioni, ci sono stati momenti di euforia, moti di orgoglio, apprezzamenti e critiche e qualche (rara) incazzatura. Soprattutto, c'è stata ogni giorno la curiosità di un dialogo a distanza, fra di noi e con i lettori, alimentato da una passione nata tempo fa e che sicuramente ci accompagnerà per tutta la vita. Ora, come capita ad una band che ha compiuto la sua parabola, impegni e problematiche contingenti impongono uno stop che non vuole però essere un addio definitivo. La voglia di raccontare con le nostre parole la nostra musica è rimasta intatta, solo dobbiamo rivedere la misura entro cui contenerla. Per tutti quelli che ne avranno voglia, continueremo a suonarla. Oh yeah.! Andrea Baroni