Mondo Jazz

Il generale Lee e il trombettiere Marsalis


Grandi discussioni ha provocato una intervista a Wynton Marsalis per il WashingtonPost, in cui il trombettista esprime pareri fortemente negativi sul rap e sul Hip Hop,due generi musicali nati in seno alla comunità afro-americana.A questo link potete leggere direttamente le parole di Marsalis: https://www.washingtonpost.com/blogs/post-partisan/wp/2018/05/22/jazz-musician-wynton-marsalis-says-rap-and-hip-hop-are-more-damaging-than-a-statue-of-robert-e-lee/?noredirect=on&utm_term=.0218e77ba766  Non posso esprimere giudizi, non sono afro-americano, non vivo e non conosco larealtà economica e sociale della comunità nera, non comprendo una sola paroladello slang usato dai rappers.Marsalis non è nuovo ad affermazioni contro corrente, da osservatore esterno econ tutte le limitazioni che ho descritto posso solo dire che forse non è corretto rappresentare tutto il rap in modo negativo e/o commerciale.In passato il nostro non aveva risparmiato giudizi sommari nei confronti di altri trombettisti, in particolare ricordo quello su Miles ("Davis was "a genius whodecided to go into rock, and was on the bandstand looking like, basically, abuffoon") e l'altro su Lester Bowie ("another guy who never really could play).Forse è meglio ricordare il Wynton musicista, perchè le parole che usa nell'esprimere pareri su colleghi che sono entrati nella storia della musica jazz sono inutilmente offensive e non gli fanno onore. Senza contare che lui, almeno per il momento, nella storia ha una parte decisamente minore rispetto a coloro checritica.Roberto Dell'Ava